I morti sono tutti uguali

La Giornata della memoria deve costituire sempre un monito, oggi, soprattutto, per quello che sta accadendo nel mondo. Mi preme, quindi, dire che non deve esserci una corsia preferenziale nel ricordo della memoria, perché sono tutti, a mio avviso, sullo stesso piano. Come sono finiti nel camino 6 milioni di ebrei nei vari lager disseminati in mezza Europa, al pari e perciò non da meno, i genocidi ci furono per gli istriani, i dalmati, i giuliani i triestini, i goriziani i veneti, che furono infoibati, anche questi con la follia di un’altra scellerata “soluzione finale” che vergognosamente sapevano fin molto bene i cosiddetti liberatori, gli Alleati ma preferirono tacere per non urtare Stalin, Tito ed i comunisti slavi. Non può quindi esserci differenza tra ebrei ed infoibati. Come non possono esserci differenze per i nostri militari internati nei campi di concentramento nazisti e sovietici. Non possono esserci differenze per gli internati militari di cui pochi riuscirono a salvare la pelle e tornare in un Italia con una società che non gli comprendeva. Ci sono stati ufficiali, sottufficiali e semplici militari di truppa che per salvare l’onore si strapparono persino lembi della bandiera italiana fatta con le loro mani e l’ultimo grido prima di crepare fu invocare “mamma”. Concludo quindi che non c’è solo da ricordare la Shoah, altrimenti anche per quei morti viene fatta una discriminazione, per cui mi viene da pensare che stia nascendo, di anno in anno una visione distorta di quel periodo perché sta diventando ideologica, politica e strumentale. In questo modo chi stabilisce un netto distinguo come puntualmente, ogni anno, avviene, discrimina e sbaglia. Sono stati tutti genocidi, massacri di povera gente che si sono trovati nella gabbia dell’odio, ignobile e vergognoso, soprattutto se veniva manifestato dagli stessi italiani pervasi da menti solo malate perché impregnati di fanatismo. Adalberto de’ Bartolomeis