Il diritto alla vita

Come è noto, in Francia, dopo il pronunciamento dell'Assemblea Nazionale, anche il Senato ha votato a favore dell'inserimento in Costituzione del "diritto" all'aborto. In Emilia Romagna, incurante di tutto e di tutti, la giunta regionale tira dritto sull'intento di garantire il suicidio "assistito": entro il 25 marzo costituirà commissioni di valutazione delle richieste di morte. Non c'è una legge nazionale, quindi non si capisce sulla base di quale presupposto giuridico si vada avanti a livello regionale: è lecito? A prescindere dall'interrogativo, quello che viene fatto passare come diritto è nient'altro che un capriccio mascherato da legge. E un obbligo a vedere la realtà con le lenti di quella minoranza che non è disposta a considerare la vita come un dono, bensì come un artefatto umano di cui disporre a piacimento, spesso infangandolo. Qualcuno si è mai chiesto se, da solo, può dare vita a una zanzara? Sarebbe sufficiente questo per capire quanto di inesatto c'è nell'ideologia abortista ed eutanasica.Don Lorenzo Milani disse una volta: "In quanto alla loro vita di giovani di domani, non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo di amare la legge è di obbedirle. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste. Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando non sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate". Mi stupisco dell'ipocrisia di questa società che dice di indignarsi dinanzi all'eugenetica messa in atto da certi regimi del passato, che si cruccia dinanzi a certi documentari e poi rimane impassibile di fronte alle leggi che decretano di far fuori il debole. Si può decidere quanto si vuole di non trattare certi argomenti: mettere la polvere sotto il tappeto contribuirà soltanto a rafforzare certe pratiche in odio all'uomo e alla sua innegabile dignità, la cui portata diventerà talmente grande che non riusciremo a liberarcene quando, dopo averle sostenute, ci renderemo conto della loro dannosità.

Piermichele Guerriero