La fuga dei contribuenti all'estero

Le parole infuocate spese dalla Presidente del consiglio Giorgia Meloni nei confronti del gruppo Gedi hanno in qualche modo rispolverato una vecchia, ma ancora attuale, critica verso la proprietà ex Fiat, ora Stellantis, accusata di aver fruito delle condizioni di favore garantite negli anni dallo Stato italiano, per poi ripiegare oltre confine portandosi via investimenti e posti di lavoro. Sono considerazioni corrette, ancor di più dopo lo spostamento all'estero delle sedi legali e fiscali del gruppo automobilistico, che privano l'erario di ingenti somme sotto forma di imposte dirette e indirette per tutta la filiera. Coerentemente, lo stesso avrebbe dovuto perlomeno accennare verso un altro analogo caso, quello di Jannik Sinner. Lungi dal fare polemica, ma se guardiamo non all'atleta, straordinario sotto tutti gli aspetti, bensì al contribuente, anche qui i conti non tornano. Sull'asso altoatesino, come su qualunque altro cittadino, il nostro Paese ha investito in termini di istruzione, sanità, infrastrutture sportive; se lui è quello che è oggi, lo deve anche anche a questo capitale extra familiare. Ora, trasferendo la propria residenza a Montecarlo, mentre, ricordo, risulterebbe ancora tesserato al Tennis club Forte dei Marmi, egli non è solo un braccio in fuga, ma un'azienda che ha posto la sede fiscale all'estero. Un'azienda che si avvia a fatturare oltre 50 milioni di Euro l'anno, come ben poche altre in tutta la penisola.

Marco Lombardi