FRANCO VEROLI
Cronaca

Duello sugli espropri per le scuole. Chiusa la causa dopo 33 anni, i privati restituiranno 94mila euro

La battaglia legale sulle aree in cui sono stati costruiti Geometri e Itas: accordo tra Provincia ed ex proprietari. In appello era stato ridotto il risarcimento alla famiglia, che ora rimborserà la cifra in 91 rate mensili.

Duello sugli espropri per le scuole. Chiusa la causa dopo 33 anni, i privati restituiranno 94mila euro

Duello sugli espropri per le scuole. Chiusa la causa dopo 33 anni, i privati restituiranno 94mila euro

Due procedure di mediazione per mettere fine a una storia lunga 33 anni, che ha visto protagonisti da una parte la Provincia, dall’altra una donna e i due figli, proprietari delle aree su cui sono state costruite le sedi dell’istituto tecnico per geometri e dell’Itas di Macerata.

Per accelerare la realizzazione, il Comune dispose l’occupazione d’urgenza a favore della Provincia (cui fanno capo le sedi delle scuole superiori) delle aree da espropriare, ma l’opera venne completata nel 1991 senza che fosse stato emesso il decreto definitivo di espropriazione. In altre parole si era costruito su un suolo privato, visto che non c’era stato un accordo di cessione tra la Provincia e la proprietaria, né era stata determinata l’indennità di esproprio da parte del Comune. Qualche tempo dopo, la proprietaria si è rivolta al tribunale di Macerata per ottenere il risarcimento dei danni da occupazione illegittima, che lo stesso tribunale – nell’aprile 2012 – le ha riconosciuto condannando la Provincia, con il Comune, al pagamento di 383.607 euro, compresi interessi. Il primo ottobre 2012 l’ufficiale giudiziario ha notificato l’atto di precetto con il quale si intimava alla Provincia e al Comune, di pagare entro dieci giorni. Questi si sono accollati metà della somma a testa, vale a dire 191.803 euro ciascuno, pagando quanto richiesto il successivo 15 novembre. A inizio 2013, però, la giunta provinciale è ricorsa alla corte di appello di Ancona per tutelare le proprie ragioni e ottenere la riforma della sentenza emessa dal tribunale di Macerata. La corte (ad aprile 2020) ha parzialmente accolto il ricorso: ha confermato la condanna al risarcimento del danno nei confronti della proprietaria dell’area, ma ha sensibilmente diminuito l’importo rispetto a quello statuito dalla sentenza di primo grado, condannando la donna a restituire ai due enti quanto da questi già versato in eccedenza. Così il risarcimento è passato da 304.681 a 77.271 euro. Sono quindi iniziati incontri tra le parti per concordare le modalità del pagamento della somma che la proprietaria doveva restituire, senza trovare mai un accordo. Tanto che la Provincia ha inoltrato un atto di precetto con il quale ha intimato alla debitrice il pagamento di 103.027 euro, ma senza avere soddisfazione, tanto da mettere in atto procedure di pignoramento.

Fino a martedì scorso erano stati recuperati solo 7.837 euro. Poi è arrivato il decreto del presidente della Provincia con il quale, attraverso due distinte procedure di mediazione, si vuole regolare definitivamente la situazione: la Provincia diventa proprietaria dell’area per usucapione, mentre la donna e i figli si impegnano a restituire alla stessa 94.800 euro, con un versamento iniziale di 22mila euro (entro un mese dalla sottoscrizione dell’accordo), e 91 rate mensili da 800 euro l’una dal mese successivo al primo pagamento.