Ex internato di 99 anni fa causa alla Germania

Quinto Nunzi è stato prigioniero dei nazisti in Polonia, nel campo di Myslowic: ha chiesto un risarcimento di 130mila euro per le sofferenze fisiche subite

Ex internato di 99 anni  fa causa alla Germania

Ex internato di 99 anni fa causa alla Germania

Il civitanovese Quinto Nunzi (nella foto) – di professione sarto da uomo per una vita nel quartiere Risorgimento, dello stesso ceppo familiare dello scrittore e poeta Gabriele D’Annunzio – è una voce viva e determinata nel "Giorno della Memoria". Non solo racconta come sia scampato alla morte – perché ventenne somigliante come una goccia d’acqua al figlio di pari età del comandante delle SS, che gli avrebbe dovuto sparare –, ma è passato al contrattacco sul fronte legale, spalleggiato dai figli Antonio e Fabiola, che sono cresciuti con i suoi dettagliati racconti. "Quando è tornato a casa a Campofilone (dove era nato) liberato dai russi – racconta Tony – pesava solo 37 chili e mezzo, con la pelle butterata dalle cimici". Così, prigioniero in un lager nazista in Polonia, ha deciso a 99 anni di fare causa alla Germania chiedendo un risarcimento di 130mila euro per tutte le sofferenze fisiche e psichiche subite a Myslowic. Assieme ad altri militari fu catturato nel 1943 dai soldati tedeschi a Gorizia dove faceva il militare e "ci ritrovammo a essere trattati peggio delle bestie e chi si ribellava veniva fucilato", racconta Nunzi. "Si tratta di una storia davvero commovente e singolare – spiega l’avvocato civitanovese Dino Gazzani (studio nel quartiere Civitanova Duemila), che assieme alla collega Alessandra Piccinini, presidente dell’Anpi di Cingoli –. Abbiamo verificato esserci tutti i presupposti per promuovere un’azione civilistica, presso il Tribunale di Roma, nei confronti dell’allora Repubblica Federale tedesca. La prima udienza è fissata per il 9 giugno prossimo". "Qualcuno potrebbe dire – prosegue Gazzani – come mai Nunzi si è deciso a fare questo passo solo adesso? Semplicissimo, perché in precedenza non c’era un fondo apposito relativo alla normativa in materia, per questo tipo di azione risarcitoria. Anzi, sono convinto che molti ex-deportati o i loro figli non siano neanche venuti a conoscenza di tale possibilità, per cui chiediamo allo Stato che venga eliminato il vincolo scaduto il 27 ottobre 2022, per promuovere le azioni risarcitorie a favore delle vittime dei crimini di guerra, perché si tratta semplicemente di diritti imprescrittibili". Doppia ribalta, infine, per Nunzi in quanto il saggista Fernando Bellafante ha pubblicato il libro "D’Annunzio origini e storia", nel quale spiega che il famoso scrittore di Pescara è un discendente di un certo Giuseppe Nunzi da Campofilone, trasferitosi nel 1740 nella città adriatica. Il cognome dei Nunzi poi venne cambiato in D’Annunzio. "Bellafante è stato proprio a Campofilone – ci ha detto Tony – ed ha raccolto testimonianze precise su nonno Antonio e sulla nostra famiglia antica di 500 anni". Una storia nella storia, quindi. Si spera con un lieto fine.

Ennio Ercoli