REDAZIONE MACERATA

L’arbitro Sacchi e il mancato saluto all’assistente: “Montato un caso sul nulla”

Il fischietto maceratese: “Non ho visto che Francesca mi stava dando la mano, peraltro ci eravamo già salutati. Certe accuse mi offendono e ledono la mia reputazione”

L'arbitro Juan Luca Sacchi

L'arbitro Juan Luca Sacchi

Macerata, 8 ottobre 2023 – “E’ incredibile come sia nato un caso da questo episodio”. Così l’arbitro maceratese Juan Luca Sacchi all’Ansa dopo la bufera che l’ha visto coinvolto per la mancata stretta di mano all’assistente Francesca Di Monte, nel tunnel dello stadio Via Del Mare a Lecce, prima della gara di serie A tra i salentini e il Sassuolo. “Né io e né lei ci saremmo immaginati queste reazioni - prosegue Sacchi -. Ovviamente, non ho visto che Francesca mi stava dando la mano. Avevo appena salutato il capitano del Sassuolo e mi sono girato per fare altrettanto con quello del Lecce. Con gli assistenti e il quarto uomo ci eravamo già salutati e poi ci siamo stretti la mano dopo il sorteggio, come certificano le immagini. Con Francesca ho un rapporto splendido, a fine gara abbiamo riso insieme dell'episodio”.

“Negare il saluto a un collega, che sia uomo o donna, è un gesto che assolutamente non mi appartiene - prosegue l'arbitro di Macerata - e sono molto dispiaciuto che si insinui il contrario. Sappiamo benissimo che sono tantissime le persone che ci guardano e che siamo sempre sotto esame, ma insinuare che in un contesto del genere mi sarei permesso di fare un gesto così odioso come negare il saluto a una collega, mi offende e lede la mia reputazione di uomo e di arbitro".

Anche l’assistente si dice dispiaciuta: “Mi dispiace che sia stato definito un caso un semplice gesto di fraintendimento: ho letto parole grosse verso un collega che non ha avuto nessuna mancanza di rispetto e verso un gesto istintivo che invece è stato definito sessista”.  “È stato montato un caso dal nulla", rincara la dose Katia Senesi, componente del Comitato nazionale dell'Aia “dove - spiega - le associate sono considerate al pari degli uomini perché si impegnano tanto ancor prima che essere donne da proteggere”.

"Nel pre gara, ancora nel tunnel, l'arbitro saluta i capitani mentre noi abbiamo un nostro momento di saluto in campo prima del fischio d'inizio - spiega Di Monte -. Il mio volto appare stupito e imbarazzato semplicemente perché sono stata colta di sorpresa e mi dispiace che venga strumentalizzato un breve video per toccare temi molto pesanti che invece richiedono una forma di rispetto e delicatezza diverse. Il tema della mancanza di rispetto e della violenza verso una donna – conclude l'assistente - mi sta molto a cuore ma non è questa la situazione”.

A negare ogni possibile intento irrispettoso nella vicenda è poi Katia Senesi, che fa parte del Referee convention panel dell'Uefa ed è “molto dispiaciuta per dover leggere da due giorni parole molto pesanti sui giornali dove due nostri arbitri, due brave persone, due professionisti, sono finiti nel fango per un malinteso creato sui social. In Aia - spiega – le associate sono considerate al pari degli uomini. È spiacevole vedere come siano stati entrambi strumentalizzati senza pensare alle conseguenze. Il video spiega tutto bene se si ha la voglia di guardarlo senza secondi fini, il saluto nel tunnel non è stato fatto a nessuno dei due assistenti, come da prassi. Dietro alla figura di un arbitro o di un assistente c'è una persona che fa sacrifici, ci sono famiglie e figli che ne soffrono. Questa gogna - conclude Senesi - rischia di alimentare rancori o rivendicazioni, mentre noi cerchiamo di farci conoscere per quello che siamo e facciamo ogni giorno”.