Le nuove povertà. Cibo, alloggi e debiti: "Anche gli universitari ci chiedono aiuto"

Denis Marini (Caritas): abbiamo studenti stranieri che non riescono più a pagare gli affitti con i sostegni che arrivano dalle loro famiglie "Gli anziani vivono una profonda solitudine, colpa anche della denatalità".

Le nuove povertà. Cibo, alloggi e debiti: "Anche gli universitari ci chiedono aiuto"

Le nuove povertà. Cibo, alloggi e debiti: "Anche gli universitari ci chiedono aiuto"

La situazione mondiale politica ed economica si riflette sul nostro Paese, sulle nostre città e sulle nostre Diocesi. Il Carlino ha chiesto al direttore della Caritas Diocesana di Macerata, Denis Marini, il polso della situazione. Sebbene il report 2023 sia provvisorio perché non si sono conclusi i censimenti relativi agli ultimi tre mesi, ne emerge un chiarissimo quadro.

Fra italiani e stranieri qual è la percentuale di chi chiede aiuto?

"Nel 2023 la situazione – dice Marini – è rimasta pressoché invariata rispetto all’anno precedente; gli stranieri sono il 70% delle persone che chiedono aiuto. C’è, però, una sostanziale differenza nella modalità e cioè mentre gli stranieri sanno a chi e come chiedere, negli italiani si avverte una certa difficoltà, vergogna e disagio perché ne vale della propria dignità e visibilità".

I poveri si rivolgono a voi in autonomia?

"Ci sono dei poveri che ci vengono a cercare, ci sono dei poveri che vanno cercati. Noi riusciamo a raggiungere tutti, perché grazie alle segnalazioni dei Centri di ascolto e delle Caritas parrocchiali abbiamo le opportunità di intervenire sul territorio e di farci prossimi nelle situazioni di solitudine e di disagio, lavorando in maniera coesa".

In cosa consiste il percorso educativo della Caritas?

"È il nostro obiettivo primario. Le povertà non vanno consolidate ma rimosse. Se, ad esempio, abbiamo dei pacchi alimentari che si ripetono per tanti anni, questo è dimostrazione di un nostro fallimento perché vuol dire che non abbiamo camminato con quella realtà, non ci siamo fatti interpellare da quella storia tanto da poterla accompagnare a un’integrazione, a un’autonomia e sostenibilità".

Ci sono anche povertà nascoste e nuovi fenomeni?

"Sì. Un fenomeno che si è fortemente affermato nel 2023 è quello degli universitari stranieri. Abbiamo degli studenti che non riescono più a pagare gli affitti con i sostegni familiari che prima arrivavano. Questi giovani si sono, così, avvicinati al mondo Caritas. Abbiamo realizzato un progetto in Casa Bethlem, che si trova in via Gioberti, dando loro l’opportunità abitativa per poi presentare quella esperienziale e di condivisione. È bello pensare che la persona in difficoltà possa avere una risposta ma possa divenire anche una risorsa".

Qual è un altro caso in aumento?

"Quello relativo alla solitudine e anche quello relativo all’indebitamento. Il primo si incontra, principalmente nella terza e quarta età; gli anziani stanno vivendo una profonda solitudine, conseguenza anche del drastico calo di natalità. Per il secondo caso, quando si parla di indebitamento, si pensa soprattutto alle patologie da dipendenze; in realtà non abbiamo incontrato questo, ma piuttosto una conseguenza economica che debella fragilità già esistenti le quali di questi tempi vengono sovraccaricate portando a chiedere prestiti che non si riescono a restituire".

Dati 2023. Nell’ultimo anno si sono avuti 667 incontri di cui 616 con donne, 51 con uomini e 190 con famiglie. Sono stati ritirati 619 carrelli alimentari all’Emporio Caritas, che si trova in via Silone a Macerata, e si sta lavorando alla realizzazione di un secondo Emporio a Tolentino. Dai colloqui con le famiglie sono emerse dieci categorie di bisogni: alimentare con 101 casi, lavoro con 80 casi, salute con 64 casi, immigrazione con 57 casi, abitazione con 48 casi, economico/sussidi con 36 casi, giustizia con 33 casi, dipendenze con 26 casi, solitudine con 20 casi, sovraindebitamento con 15 casi.