Che fine ha fatto lo stendardo del Santa Lucia attribuito al Pomarancio? Ormai l’interrogativo è quanto mai pregnante, dato che da quando il dipinto è stato affidato nelle mani dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro di Roma, diretto da Gisella Capponi, nel lontano 2013, non se ne è saputo più nulla. Eppure di anni ne sono passati ben undici, attraversando senza risposta ben due amministrazioni a guida Fiordomo e la penultima di Antonio Bravi.
Ci voleva l’insediamento dell’amministrazione Pepa, da meno di quattro mesi al governo della città, per risollevare il problema. Così si è appreso che l’assessore alla cultura Ettore Pelati, che all’inizio di questa storia del dipinto era ancora minorenne, ha avviato le ricerche dell’opera riuscendo a mettersi in contatto con chi se ne occupa all’Istituto romano, ottenendo l’assicurazione che per il giugno del prossimo anno lo stendardo in tutto il suo splendore dovrebbe far rientro a Recanati, o meglio all’ospedale cittadino Santa Lucia.
Durante i primi mesi di restauro dello stendardo processionale del Cinquecento, raffigurante nei due lati l’immagine di Santa Lucia, Gabriele Barucca della Sovrintendenza ai beni artistici aveva completato un attento studio sull’opera in seta, arrivando ad attribuirne la fattura a Cristoforo Roncalli detto Pomarancio. A ritardare l’operazione di restauro del dipinto fu la morte improvvisa, avvenuta nel febbraio del 2015, della professoressa Anna Maria Marcone, sostituita da lì a poco da Carla Zaccheo, nuova responsabile del restauro. Allora venne ipotizzato che lo stendardo potesse far rientro a Recanati il 13 dicembre del 2016, in occasione della festa di Santa Lucia.
Lo stendardo venne scoperto da Biagio Biagietti nel 1944 durante una ricognizione nei depositi della Congregazione di Carità (gli Ircer di oggi) e per un certo tempo è appartenuto all’Opera Pia Ospedale S. Lucia. Con l’incameramento allora di molti beni dell’Opera Pia da parte della Regione per trasferirli alle aziende sanitarie per la loro vendita, quello stendardo finì in una sala della direzione amministrativa dell’ospedale. Data la rilevante scoperta del professor Barucca, l’impegno della Sovrintendenza per il restauro e la necessità di una sua valorizzazione in condizioni di sicurezza, è bene preoccuparsi già sin d’ora affinché al suo ritorno a Recanati lo stendardo non finisca in una sala inaccessibile degli uffici ospedalieri, ma abbia una degna collocazione visiva nei Musei Civici cittadini, dove sono esposte già anche altre opere del Pomarancio accanto alle tele del Lotto.
Asterio Tubaldi