ASTERIO TUBALDI
Cronaca

Vince la causa, ma non può riscuotere i soldi

La rabbia di Sacco, medico recanatese. "Devo avere 120mila euro, ma le Poste sono chiuse per ferie. Atteggiamento inaccettabile".

di Asterio Tubaldi

Quando al danno si aggiunge la beffa. È la classica storia italiana, fra aule di giustizia, uffici e burocrazia, quella che vede protagonista un noto medico recanatese, Nicola Antonio Sacco e la mamma: una storia che racconta il suo avvocato Alfonso Valori di Macerata. Sacco, insieme alla sua anziana madre, circa sette anni fa si vede costretto ad aprire un contenzioso con un importante istituto di credito, per una questione di obbligazioni estere, incassando una sentenza favorevole contro la quale la banca, però, fa ricorso. Per cui, dopo la vittoria in primo grado, il processo va avanti sino alla Corte d’Appello: in gioco una bella cifra che nel frattempo viene pignorata dal tribunale all’istituto bancario e depositata, in attesa della chiusura del processo, alle Poste Italiane. La donna, nel frattempo, muore e nella causa subentrano, in quota parte, anche le figlie. Prima della sentenza definitiva i clienti di Valori raggiungono un accordo con la banca e fanno una transazione rinunciando a una parte dei soldi. Il giudice, quindi, il 22 luglio scorso prende atto dell’accordo e libera quei soldi ordinando all’ufficio postale di restituire il dovuto, circa 120mila euro comprese le spese legali, ai ricorrenti. E arriva la doccia gelata: il responsabile della pratica è in ferie e inoltre le Poste per tutto il mese di agosto non emettono pagamenti. E non è una scelta determinata magari dal particolare momento di epidemia che viviamo o dallo smart working dei suoi dipendenti o da altro: no, così è da anni e neanche il virus e la necessità di recuperare il tempo perduto con il lockdown fanno cambiare idea alle Poste. Comprensibile la rabbia sia del legale che del medico recanatese. Valori fa presente che quei soldi ai suoi clienti servono e ci contavano per risolvere alcune questioni ma nulla si muove, le Poste si trincerano dietro al fatto che corrisponderanno gli interessi dovuti per legge e rimangono fermi nelle loro abitudini. "Non è un atteggiamento accettabile – commenta l’avvocato Valori – specie oggi che l’Italia ha bisogno dell’impegno di tutti per ripartire bene e veloce. È ovvio che non vale la pena intentare una causa contro questa scelta delle Poste per i tempi e i costi ma è necessario sottolinearne la non correttezza, almeno dal punto di vista morale. È deprimente vedere come funzionino alcuni, per fortuna non tutti, servizi in Italia".