Capodanno 2022, fuga dai cenoni. Da Pesaro ad Ascoli: "Cominciano ad arrivare le rinunce"

Tutti contro tutti. I discotecari chiusi: "Chi controlla i trenini musicali al ristorante per festeggiare il 2022?"

Massimiliano Polacco

Massimiliano Polacco

Pesaro, 27 dicembre 2021 - Dal cauto ottimismo al pessimismo. Il tutto all’interno di un circuito che rischia di mettere tutti contro tutti: come per esempio i cenoni di Capodanno, anche se il ballo è vietato, che potrebbero mettere contro i gestori delle discoteche, che sono poco meno di un centinaio in tutta la regione, da San Benedetto fino a Gabicce, contro ristoratori e albergatori. "Perché voglio poi vedere chi andrà mai a controllare se all’interno di un cenone dentro un albergo se scatterà il classico trenino prima dei brindisi di Capodanno", dice Massimiliano Polacco di Confcommercio Centro Marche. Restrizioni ed interpretazioni delle norme emesse dal Governo saranno al centro di riunioni e incontri "anche perché le regole sono arrivate alle 18 della vigilia con entrata in vigore dal giorno successivo e cioè Natale".

Una situazione di incertezza che coinvolge il sud e il nord della regione senza eccezioni, perché sono pochissimio gli hotel che hanno deciso di restare aperti nel corso di queste festività proprio per l’incertezza legata alle norme e all’evoluzione della pandemia.

Ed anche il tempo non sembra aiutare il movimento legato al cosiddetto turismo mordi e fuggi, quello di un giorno perché tutti gli eventi, grandi e piccoli, in programma sono stati annullati "così come tutti i presepi viventi – continua Polacco –. Per esempio quello che era in programma a Genga, vicino alla grotte di Frasassi, non è stato fatto ed è una manifestazione che ha sempre richiamato tantissima gente un po’ da tutte le Marche e non solo. Un esempio simbolo ma questo vale un po’ per tutti i centri dell’entroterra". Anche Loreto con la Santa Casa, una delle grandi mete del turismo religioso, ha vissuto di un movimento di persone a chilometri zero perché i tanti che si muovevano sia da Ancona che da Macerata per andare ad ascoltare messa nella balisica, che è anche un grande museo per le opere d’arte che contiene, non ha visto circolare pullman come negli scorsi anni ed il tempo brutto, con la pioggia battente, ha rappresentato un ulteriore limite.

Tutto il sistema che vive all’interno del circuito dell’accoglienza viaggia sulle montagne russe passando dall’allegria alla depressione. Perché agli inizi di dicembre le prenotazioni per i veglioni di Capodanno stavano andando verso il pieno. Poi con la recrudescenza delle pandemia sono partite le distette sia nei ritoranti che negli alberghi marchigiani. Ora che è iniziato il conto alla rovescia qualcosa si sta di nuovo muovendo anche se si vive "nell’incertezza perché le comitive di persone che vogliono prenotare non hanno mai certezza matematiche, basta un paio di positivi, che la prenotazione rischia di saltare", dicono i rappresentanti dei ristoratori.

In montagna manca la neve e c’è il virus: tutto bloccato

Nelle stazioni sciistiche dell’Appennino marchigiano siamo pressoché al fermo totale. Ma più che il Covid sta pesando molto la mancanza di neve. Quella poca che c’era, con le temperature degli ultimi giorni, si è sciolta per cui tutti gli impianti sciistici della regione sono praticamente fermi. Una situazione che accumuna un po’ tutti ed anche l’area dei Sibillini con Bolognola e Frontignano non fa eccezione. Un colpo per il turismo, anche quello legato al mordi e fuggi che comunque faceva lavorare bar e ristoranti. Una situazione che è andata peggiorando proprio sotto il periodo natalizio perché fino alla settimana scorsa gli appassionati della montagna si recavano nelle località dell’alto Appenniuno per le passeggiate con le ciaspole. Gli operatori, dal Catria, al Carpegna e dai Sibillini fino ad arrivare al monte Prata nell’Ascolano, ora attendono solamente che la situazione metereologica ‘migliori’ nei prossimi giorni: quindi abbassamento delle temperature e nevicate che possano permettere l’apertura delle stazioni scistiche tra Capodanno e l’Epifania.

"Ma a Urbino le prenotazioni tengono"

Regge il turismo culturale, e gli alberghi in questi giorni hanno un tasso di riempimento che è intorno al 50 per cento "quindi rispetto allo scorso anno abbiamo raddoppiato perché era tutto chiuso", dice Alessandro Marcucci Pinoli, titolare di tre holtel nella capitale del Montefeltro. «Sono tutte persone che arrivano per visitare il palazzo Ducale e la pinacoteca. Meglio dell’anno scorso, ma rispetto al 2019 molto peggio perché in questo periodo avevamo gli hotel pieni e si organizzavano anche le cene rinascimentali che attiravano persone. Tutte cose che quest’anno non abbiamo potuto fare anche perché le prenotazioni, viste le condizioni, sono tutte dell’ultimo minuto. Non c’è nulla di programmato per cui chiamano il giorno prima di arrivare a Urbino». Un rimbalzino turistico, così a Urbino così anche da Ascoli Piceno, l’altra città-attrazione delle regione perché nei giorni scorsi sono arrivate molte disdette: persone che avevano prenotato e che poi hanno disdetto. Città d’arte come meta per visitare i centri storici, ma anche una occasione dicono gli albergatori, per visitare anche le piccole località dell’entroterra marchigiano.