Radiohead, l’olio made in Marche del chitarrista Jonny Greenwood in vendita sul web

Annuncio su Twitter e slogan in dialetto: un litro costa 60 sterline. Nel Fermano il buen retiro del polistrumentista: "Passo tutto il tempo nell’azienda di ulivi, orgoglioso del risultato"

Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead, e il suo olio made in Marche

Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead, e il suo olio made in Marche

Monsampiero Morico (Fermo), 17 aprile 2023 – “Mejo de cuscì non se trova. Jemo a magnà". Parola del polistrumentista Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead e The Smile. Uno scherzo? No, è stato lui a scriverlo, in dialetto, sul suo profilo Twitter, in riferimento all’olio che produce con la sua famiglia nel Fermano.

Un olio che costa 60 sterline al litro, in vendita su Waste Store, e che è frutto di un progetto a cui il musicista di fama mondiale e la moglie Sharona Katan si dedicano da anni.

Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead, e il suo olio made in Marche
Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead, e il suo olio made in Marche

Greenwood, gigante della musica, due nomination agli Oscar (tra cui quella per la colonna sonora del film "Il potere del cane"), non si ferma più: ancora una volta si fa testimone nel mondo del suo amore sconfinato per le Marche, dopo che già tanto ha dato in beneficenza per questa terra massacrata dal terremoto.

Greenwood abita dal 2015 con la famiglia a Monsampietro Morico, un paesino che non arriva a 700 abitanti, ed è qui che ha vissuto il sisma di sei anni fa.

Ora che il nuovo progetto è decollato, per annunciarlo al meglio ha pensato bene di pubblicare un tweet sull’olio che viene dalla "azienda di ulivi in Italia dove ora passo tutto il mio tempo, a parte quando faccio musica".

Per il momento, solo "poche bottiglie, ma sono molto orgoglioso del prodotto finale". Aggiunge che trascorre "moltissimo tempo con i suoi amici italiani in questo bellissimo paese".

L’annuncio sui social arriva subito dopo la pubblicazione del disco "Jarak Qaribak" con il musicista israeliano Dudu Tassa.

Dietro il progetto dell’azienda di olio c’è uno studio meticoloso: non sono mescolati tipi diversi di olive, che vengono raccolte ogni anno da familiari e amici e poi spremute localmente. Le bottiglie di olio, disegnate da Stanley Donwood (autore delle copertine degli album dei Radiohead) e firmate da Jonny, rischiano di far impazzire i fan. Sul web l’annuncio è già virale.

"Tutto questo è meraviglioso – commenta Romina Gualtieri, sindaco di Monsampietro Morico – e fa da volano per far comprendere al mondo il nostro paese, che affonda le radici nell’agricoltura e si contraddistingue per il profondo legame con la terra. Greenwood ha intuito e compreso, prima di chiunque altro, il richiamo del territorio marchigiano e il suo grande potenziale in bellezza e genuinità. Questo Comune è una grande famiglia e lui ne fa parte, sa che qui le persone sono litigiose e schiette, ma forti e vere, trasparenti, ed è questo che lui ama. È affascinato dalla generosità degli abitanti, dal loro zelo, è rimasto colpito dall’accoglienza spontanea che gli è stata riservata, sa che la gente di queste parti non si nasconde dietro maschere né trucchi". E quando può partecipa alla vita della comunità.

"Alla festa della pizza – spiega il sindaco – infila il grembiule e si mette al lavoro. Ha una grande curiosità verso le tradizioni, vuole continuamente conoscere. Così anche per il dialetto. Si esercita spesso, se io dico ‘bimbi’, lui traduce ‘frichi’, ci prova. È eccezionale. Una persona così apprezzata a livello mondiale che si appassiona ai nostri usi, che si immerge nella vita marchigiana, ci fa capire che noi qui non comprendiamo appieno la portata di quanto abbiamo, perché ci sembra scontato, dobbiamo farci custodi del bello". Questa terra "ha sofferto moltissimo per il sisma e poi, come tutti, per il Covid. Quanto fa Greenwood è per noi una boccata di ossigeno".

Non è il primo atto d’amore dell’artista verso le Marche: nel 2017 si è esibito con Thom Yorke, cantante dei Radiohead, allo Sferisterio di Macerata, con incasso devoluto in beneficenza ai fini del restauro delle opere d’arte danneggiate dal sisma, grazie al lavoro costante del comitato ArteProArte.

Greenwood sa fin troppo bene che cosa significa il terremoto: l’ha vissuto in prima persona, con la sua famiglia, a Monsampietro, durante le scosse di agosto e poi di ottobre del 2016. Ai tempi del concerto a Macerata, in un’intervista rilasciata al Carlino, dichiarò: "Ci siamo spaventati parecchio, ma siamo stati fortunati. Siamo scappati dalla porta anteriore proprio mentre un comignolo stava cadendo in corrispondenza della porta posteriore. Abbiamo girato a destra e non a sinistra: sono felice. Sappiamo che dobbiamo metterci sotto un tavolo, la prossima volta".

Momenti che erano rimasti scolpiti nella sua memoria. "La cosa sorprendente era il rumore. Si potevano sentire le scosse successive avvicinarsi. Mi rendo conto che niente di tutto ciò è nuovo per i marchigiani, che hanno sofferto così tanto. Ricordo la tristezza dei giorni seguenti, i paesini vuoti e le persone sotto choc, che dormivano in macchina ed erano angosciate per il futuro". E aveva aggiunto: "C’è il rischio che tutto questo sia dimenticato, è importante che l’attenzione sulle Marche resti alta. Ho un grande rispetto per i marchigiani, gente giudiziosa che ammiro tantissimo. E anche molto paziente, stando a come reagisce bene al mio italiano terribile. Ho molti amici stimolanti lì, tutti risoluti e leali".

Grazie a Greenwood sono stati restaurati organi storici nelle Marche e l’anno scorso è tornato a esibirsi allo Sferisterio con The Smile.