Scuola Marche 2022, la carica dei 200 mila. "Ma ci mancano ancora 438 prof"

Il direttore scolastico regionale Filisetti: "Presto un concorso speciale, nel frattempo gli istituti cercano sostituti"

Il 14 settembre primo giorno di scuola nelle Marche

Il 14 settembre primo giorno di scuola nelle Marche

Ancona, 10 settembre 2022 - Mercoledì 14 settembre una popolazione composta da poco meno di 200mila studenti si metterà in viaggio dalle proprie case verso le scuole di riferimento: al via l’anno scolastico 2022-2023, il primo assimilabile al periodo pre-pandemico. Un sospiro di sollievo in vista della grande ripartenza anche per Ugo Maria Filisetti, direttore scolastico delle Marche.

Ugo Maria Filisetti, direttore scolastico regionale delle Marche
Ugo Maria Filisetti, direttore scolastico regionale delle Marche

Direttore Filisetti, lo possiamo davvero considerare l’anno della ripresa dopo l’incubo Covid?

"Credo e spero di sì, anche se ci andrei cauto. Effettivamente si parte senza tutte le limitazioni che hanno caratterizzato il 2020 e il 2021, dalle mascherine alla dad passando per le quarantene e il distanziamento. Inoltre tutti i docenti, anche i non vaccinati, siederanno regolarmente alla cattedra. Detto questo…".

Detto questo?

"Siamo ottimisti ripeto, ma la pandemia non è sconfitta del tutto e quindi le linee guida restano al loro posto qualora fosse necessario ripristinare i regolamenti. In ogni istituto resta attiva, ad esempio, l’aula Covid dove eventualmente isolare in forma temporanea studenti o personale scolastico con sintomi prima del test. E se un alunno risulta positivo al Covid gli altri avranno l’obbligo di indossare la mascherina".

Messo, almeno per ora, il Coronavirus all’angolo, l’anno didattico può partire senza problemi?

"Siamo pronti, rispetto all’anno scorso tutte le docenze sono state assegnate e le classi, ad oggi, hanno assegnati i loro insegnanti".

Scusi, a noi risultano caselle vuote in alcune scuole, supplenze non ancora assegnate, ce lo può confermare?

"È vero alcune nomine restano da fare, si tratta di una complicazione del sistema scolastico. Nelle Marche sono stati accantonati 438 posti per insegnanti precari che entro i prossimi mesi verranno immessi in ruolo".

Attraverso un nuovo step concorsuale?

"Esatto, c’è stato un primo concorso (quello in piena pandemia voluto dall’allora ministro Azzolina, ndr.), poi un secondo e ancora non basta. Adesso è in calendario, a breve, un concorso speciale, l’ultimo per qualche tempo credo e da lì usciranno i nuovi insegnanti di ruolo per coprire quelle docenze vacanti".

E fino ad allora cosa succede, cercate supplenti a tempo?

Non li cerchiamo noi, saranno i singoli istituti, superiori o comprensivi, a riempire le caselle vuote. In questi casi non potranno essere stipulati contratti annuali, ma a tempo, ossia, fino a quando i titolari delle cattedre immessi in ruolo prenderanno servizio. è vero, ci saranno alcuni disagi per gli studenti di quelle classi che dovranno cambiare insegnante".

Con la fine dell’emergenza pandemica ci potrebbero essere problemi sugli organici del personale Ata (Amministrativo, tecnico e ausiliario) rinforzati all’occorrenza?

"In effetti lo scorso anno il Ministero ha deciso di incrementare gli organici Covid per far fronte a tutte le regole e le problematiche che il Coronavirus ha comportato. Senza dimenticare anche i rafforzamenti legati al sisma nei territori colpiti. Nel complesso sono stati assunti a tempo determinato poco meno di mille tra bidelli, tecnici e via discorrendo. Senza più emergenza questi contratti non sono stati rinnovati".

E quindi?

"Senza assegnazione finanziaria le scuole si sono trovate in difficoltà, per questo è stato deciso di fare uno sforzo per lenire il trauma del passaggio. L’Ufficio scolastico delle Marche ha trovato risorse nel bilancio che ha consentito di coprire la metà del fabbisogno, circa 500 dipendenti, ovviamente sempre a tempo".

In linea generale, ci sono situazioni critiche in alcune province delle Marche rispetto ad altre?

"Non mi risulta nulla del genere. Forse a livello di edilizia scolastica, ma come lei saprà di quel problema rispondono Comuni e Province e non l’Usr".