Marche, sgominato maxi traffico illecito di uccelli da richiamo: 6 indagati

I carabinieri forestali hanno fatto scattare le perquisizioni anche in Emilia-Romagna e in Friuli Venezia-Giulia. Nei guai tre allevatori e commercianti di uccelli

Il blitz dei carabinieri forestali

Il blitz dei carabinieri forestali

Marche, 1 dicembre 2022 – Ingente traffico illegale di uccelli da richiamo scoperto dai carabinieri forestali nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Urbino: sono scattate perquisizioni personali e locali a carico di 6 persone residenti nelle Marche, in Emilia-Romagna e in Friuli Venezia-Giulia.

Coinvolti tre allevatori e commercianti di uccelli utilizzati come richiamo dai cacciatori. I reati ipotizzati sono di furto aggravato ai danni dello Stato, ricettazione, alterazione di sigilli di Stato, uccellagione e detenzione illegale ai fini commerciali di fauna selvatica.

Secondo le indagini dei carabinieri forestali, durate oltre dieci mesi, i volatili venivano catturati in natura durante il periodo della migrazione per poi essere "regolarizzati" con apposizione di anelli o alterati oppure infilati forzatamente nelle zampe cagionando lesioni agli arti.

Nel corso delle operazioni sono stati posti sotto sequestro anche alcuni uccelli privi di anello identificativo che erano in attesa dell'apposizione illegale dello stesso. E' emerso che nel periodo della migrazione, in una nottata, i bracconieri potevano catturare con reti e richiami elettronici decine di uccelli che venivano poi rivenduti ai cacciatori - una volta "legalizzati" con gli anelli apposti in maniera fraudolenta - a prezzi che potevano arrivare a 180 euro per i merli, a 200 euro per i tordi bottacci, e a un prezzo ancora più elevato per le cesene.

La normativa europea e nazionale vieta la cattura degli uccelli in natura con reti o altri strumenti non consentiti. Gli unici richiami utilizzabili per l’esercizio dell’attività venatoria sono quelli nati in cattività in allevamenti autorizzati e che dopo la nascita vengono regolarmente contrassegnati con anello inamovibile, apposto nella zampa nei primi giorni di vita degli animali.

Gli ornitologi, in grado di riconoscere l’età degli uccelli, nominati ausiliari di polizia giudiziaria dai carabinieri forestali, nel corso delle perquisizioni hanno potuto accertare che un gran numero di animali nati prima del 2021 risultavano identificati con anelli realizzati nel 2022, quindi inseriti nelle zampette degli animali adulti successivamente alla cattura in natura.

Il presunto traffico rendeva agli indagati molte migliaia di euro. Per comprendere il volume di denaro collegato alla presunta attività illecita, basti pensare che uno degli indagati (nel corso delle intercettazioni telefoniche) ha addirittura affermato “abbiamo fatto 600 una volta”, riferendosi al numero di uccelli catturati in una sessione di uccellagione.

Per far sì che gli uccelli catturati divenissero all’apparenza “regolari” venivano eseguite a volte operazioni che andavano a minare la salute degli stessi: diversi volatili sequestrati recavano infatti, oltre che i segni causati dalla cattura con le reti, delle lesioni come conseguenza dell’apposizione dell’anello forzato sulla zampa.

Quello smascherato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Urbino attraverso l’attività di indagine portate avanti dai carabinieri forestali si è rivelato essere un sistema ben articolato e organizzato composto da soggetti che avevano mansioni ben specifiche: alcuni con il compito di eseguire le catture illegali durante le ore notturne e altri, vari allevatori e/o commercianti, che invece regolarizzavano gli uccelli apponendo falsamente gli anelli identificativi attestanti la nascita in cattività degli animali, spesso poi acquistati da cacciatori del tutto ignari delle illegalità commesse a monte della vendita.

Nel corso delle attività di perquisizione per l’accertamento dei fatti, son state sequestrate anche 4 pinze utilizzate per alterare gli anelli metallici di identificazione degli uccelli, numerosi anelli metallici alterati, 6 telefoni cellulari, 8 pali utilizzati per fissare reti da uccellagione, 11 richiami elettronici vietati oltre a 2 autoradio collegate ciascuna ad una coppia di altoparlanti, 10 altoparlanti, 12 picchetti idonei a fissare reti da uccellagione, 2 cassette per il trasporto di richiami vivi, oltre a cospicua documentazione attestante le cessioni degli animali.