Meteo Emilia Romagna: tra gelate tardive e neve. Le previsioni dell’esperto

Quando tornerà il caldo? Risponde Luca Lombroso: bisogna avere pazienza ancora qualche giorno. La tendenza fino al 25 aprile

Bologna, 19 aprile 2024 – E’ troppo freddo ora, o è stato troppo caldo prima? Col crollo delle temperature è arrivata copiosa anche una insolita neve negli Appennini emiliani e romagnoli. Nelle Marche, sui Sibillini, si scia visto che sono stati riaperti gli impianti sciistici.

AGGIORNAMENTO / Grandine in Romagna e neve in arrivo: ecco dove. Le previsioni meteo aggiornate

Rischio gelate tardive: le previsioni meteo in Emilia Romagna di Luca Lombroso
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Ma il retro della medaglia è l’allarme lanciato anche da Coldiretti sulle gelate che potrebbero coinvolgere le campagne nelle quali lo sbalzo termico rischia di causare gravi danni agli alberi da frutto, in primis ciliegie, albicocche e pesche, ma anche alle verdure in campo, dopo un inizio 2024 che si è classificato come il più caldo di sempre. Il freddo in effetti sta arrivando dopo che i primi tre mesi del 2024 hanno fatto segnare una temperatura superiore di 2,04 gradi rispetto alla media storica, il massimo di sempre per il periodo secondo l'analisi di Coldiretti basata su dati Isac Cnr, favorendo anche fioriture precoci che ora rischiano di essere bruciate dal gelo.

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Luca Lombroso, Meteorologo Ampro e divulgatore ambientale, dunque ci avvicineremo a maggio rimettendo mano ai cappotti?

“Stiamo facendo i conti con mesi decisamente anomali: se è vero che in questi giorni siamo circa tre gradi sotto la media stagionale, è anche vero che fino all’inizio della settimana eravamo stati intorno ai 12 gradi sopra. Il cambiamento climatico è questo ed è qualcosa di estremamente concreto. Fin dai primi anni Duemila invito a riflettere sul tema, suggerendo anche al mondo agricolo di prendere atto della situazione”.

Dunque le colture dell’Emilia Romagna sono a rischio?

“E’ chiaro che i repentini sbalzi climatici non sono un toccasana ed è altrettanto vero che il caldo anomalo dei mesi precedenti ha avuto conseguenze sulla vita delle piante. Detto questo, per ora le gelate tardive sono state evitate e anche nei prossimi giorni la combinazione tra cielo coperto, precipitazioni e vento, dovrebbe contribuire a mitigare il quadro. Non ovunque, però. Sui rilievi appenninici il contesto sarà più delicato”.

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E’ attesa altra neve?

“Sui rilievi potrebbe arrivare, magari mista a grandine. Il fenomeno del graupel ormai è noto anche nel nostro territorio”.

La grandine, appunto. E’ uno dei principali nemici dell’agricoltura, e non solo.

“Comincio col dire che nei prossimi giorni sarà implorabile assistere a grandinate particolarmente intense, di quelle per intenderci coi chicchi che creano danni pure alle carrozzerie delle auto. Ma se è vero che i fenomeni più ‘estremi’ non sono in vista, c’è da dire che la grandine ad aprile non è una rarità. Nel 2017 e nel 2020, solo per citare un paio di casi, fenomeni del genere si erano verificati”.

Qual è la tendenza per i prossimi giorni?

“Andiamo verso un fine settimana variabile, con sabato 20 che sarà l’attenzionato speciale. Il freddo si farà sentire e potrebbe verificarsi qualche scroscio di pioggia, in particolare nelle ore pomeridiane. Come detto al momento in Emilia Romagna non pare esserci un rischio grandine particolarmente alto”.

E chi pensa al ponte del 25 aprile?

“La situazione si avvierà al miglioramento a partire proprio da quella data, anche perché per esempio lunedì e martedì saranno ancora instabili, con temperature diurne che difficilmente andranno oltre i 10-12 gradi, in un arco di riferimento mediamente più basso rispetto alle abituali medie stagionali. E’ difficile in ogni caso che prima della fine del mese torni il caldo dei giorni scorsi”.

Quali sono i principali rischi per l’agricoltura ai tempi dei cambiamenti climatici?

“Mi limito all’aspetto del meteorologo, per i dettagli sul settore, è giusto coinvolgere gli agronomi. Resta il fatto che il tema è noto, se ne discute da anni e pure il modello dell’agricoltura emiliano romagnola deve prenderne atto. Se certi tipi di colture soffrono troppo, probabilmente servirà ripensare alcune scelte. Serve fare i conti con le forti ondate di caldo estivo, i periodi di siccità alternati a piogge estreme e, appunto le gelate tardive. Il mondo sta cambiando, impossibile ignorarlo”.