Bper piange Leoni: ’Con lui un salto di qualità’

Si è spento all’età di 79 anni. È stato uno dei principali sostenitori del passaggio storico da una prospettiva regionale ad una nazionale

Migration

È stato uno degli uomini che più di altri ha permesso alla realtà che oggi è Bper Banca di fare il salto di categoria, ovvero di passare da un contesto, ed una visione, prettamente regionale ad uno nazionale. Venerdì, all’età di 79 anni, si è spento Guido Leoni, il primo a ricoprire il ruolo di amministratore delegato della banca (nel 2003 e fino al 2008), presidente dal 2009 al 2011.

In Bper oggi Leoni viene ricordato soprattutto per essere stato proprio una di quelle figure che hanno allargato i confini, risultato che viene riconosciuto, ad esempio, anche a Fausto Battini. Nato nel 1940 a Reggio Emilia, Leoni ha cominciato la sua carriera nel mondo delle banche alla Popolare di Fabbrico, con ruoli di responsabilità. Il passaggio dall’altra parte del Secchia avviene nel 1975, quando approda all’allora Popolare di Modena. Siamo ancora lontani dal modello e dalla struttura di banca che conosciamo oggi, tant’è che se a quell’epoca si contavano sul territorio 24 sportelli in tutto, attualmente si è passati ad una diffusione ben più ampia e sono sempre le cifre a dirlo: 1.400 in più parti d’Italia.

Dentro la banca Leoni ha percorso tutti i gradini di una carriera che lo ha portato, come detto, ai vertici. È stato direttore generale dal 1996 al 2003, poi amministratore delegato ed infine presidente. Sotto la sua guida, Bper ha seguito la strategia più diffusa in quel momento, ovvero quella di un modello federale all’interno del quale prevale la vicinanza della banca al territorio. È l’epoca delle acquisizioni. Per citarne alcune: la Popolare di Ravenna, la Cassa di Risparmio di Vignola, la Popolare di Crotone, la Cassa di Risparmio de L’Aquila, la Popolare di Aprilia. Un percorso che porta nel 2001 all’acquisizione del 51% del Banco di Sardegna e della controllata Banca di Sassari. Il modello scelto da Leoni, frutto anche di quel determinato momento storico, viene sostituito, nel 2012, da una visione che, piuttosto, mira all’accentramento. Arriviamo così al periodo delle fusioni per incorporazione delle banche in Bper. Ma, sottolineano ancora oggi gli addetti ai lavori, la vicinanza al territorio che Leoni ha incentivato, è uno dei principi validi ancora oggi, tant’è che Bper Banca attualmente rappresenta il sesto gruppo a livello nazionale con la presenza in tutta Italia. L’ultima fusione per incorporazione, lo ricordiamo, è stata quella, recente, di Unipol Banca.

Ricordando la carriera di Leoni all’interno di Bper, non si può non citare lo scontro a distanza con Giampiero Samorì, che con la sua ’Bper Futura’ ha tentato la scalata, fallendo, della banca. Tempi che sembrano lontanissimi, considerando che nel mentre si è passati ad una Spa, dunque da un voto capitario, in assemblea, ad un voto capitalistico.

Se Leoni rappresentava infatti la continuità, Samorì voleva invece un cambio di rotta contestando l’operato di Bper in quegli anni e indicando proprio nell’ex amministratore delegato e presidente uno dei responsabili. Una sfida a distanza che (qualcuno ricorderà) nel 2011 portò alla clamorosa rissa avvenuta nel corso appunto della assemblea (quando alla presidenza era appena subentrato Ettore Caselli). Leoni è stato sospeso dalla carica di amministratore della Banca Popolare dell’Emilia-Romagna dal consiglio di amministrazione nel novembre dello stesso anno, «a seguito di una condanna con sentenza di primo grado non definitiva», emessa nei confronti del banchiere per il tentativo di scalata a Bnl da parte di Unipol. Nel maggio del 2012 Leoni è stato assolto dalle accuse che erano state formulate nei suoi confronti per la vicenda Bnl-Unipol.

f.v.