
Ris sulla scena del delitto
Ancora un’udienza caratterizzata da scontri di perizie, quella di ieri, nell’ambito nel delicato processo per l’omicidio della giovane mamma di Ravarino Alice Neri, ammazzata a coltellate nelle campagne di Concordia a novembre 2022. Unico imputato, come noto, il tunisino Mohamed Gaaloul. A prendere parola il medico legale, dottoressa Alessandra Silvestri per la parte civile, la dottoressa Sara Mantovani, nominata dal difensore di Gaaloul, avvocato Roberto Ghini e la consulente sempre di Ghini, dottoressa Raffaella Sorropago. Insieme le consulenti hanno ricostruito il delitto, partendo dall’aggressione fino all’analisi del luogo teatro dell’omicidio.
"Sono estremamente soddisfatto dell’esito della perizia di oggi, i miei consulenti, le dottoresse Mantovani e Sorropago, hanno contribuito a far luce in questa vicenda – afferma Ghini –. La dottoressa Mantovani, medico legale ha condiviso in buona parte le osservazioni della dottoressa Cattaneo, soffermandosi sulla dinamica dei colpi e sul sanguinamento ha fatto presente come, a fronte di sette ferite su tessuto osseo (secondo il medico legale Cattaneo erano almeno 14) è impensabile che la vittima non abbia sanguinato – spiega Ghini –. L’esperienza ventennale come medico legale, ha detto, l’ha portata ad affermare con assoluta certezza come sia impensabile che non vi siano stati percolamenti, tracce ematiche che hanno imbrattato l’autore all’atto di colpirla".
Ha preso poi la parola la dottoressa Sorropago che ha diviso la consulenza in tre parti: il sopralluogo sul luogo del delitto e durante la ‘discussione’ ha parlato di ‘macroscopico errore’ riferendosi al fatto che non è stato effettuato il luminol. "Sorropago ha detto che non è chiaro dove sia avvenuto il delitto, se in auto o fuori. Poi ha dichiarato come sia stato un errore non aver circoscritto bene l’area, che non è stata preservata: ad oggi non sappiamo se sia arrivata o meno un’altra auto" spiega Ghini. Infine la dottoressa ha rimarcato come non siano state cercate tracce biologiche nell’auto, per capire dove sia avvenuto l’omicidio. "Per le telecamere ha spiegato di non comprendere come mai non siano state acquisite tutte le immagini degli occhi elettronici circostanti – sottolinea Ghini – soprattutto quelli collocati a Nord nel territorio mantovano e in direzione di Mirandola, sulla strada del Brennero; distanti pochi minuti di strada dal luogo del delitto".
Ieri è stato disposto, al termine dell’udienza dalla Corte, un confronto da un lato tra la dottoressa Silvestri e dall’altro le dottoresse Mantovani e Sorropago proprio sulla tematica dello spargimento del sangue. Gli avvocati della famiglia, Cosimo Zaccaria e Marco Pellegrini sottolineano come si sia trattata di una udienza interessante, da un punto di vista tecnico, con il confronto fra vari professionisti.
"Le risultanze – a nostro avviso – anche in questa tornata non hanno scalfito la tesi accusatoria e la gravità indiziaria a carico dell’imputato. Continuiamo a essere fiduciosi, nella speranza che a breve si concluda questa impegnativa sessione processuale".
v.r.