L’idea: adottare un ciliegio A Vignola già 100 richieste

Spopola l’iniziativa dell’azienda agricola Amidei per promuovere le ’rosse’ «Adesioni da tutta Italia e anche dal Canada, può attirare turisti in paese»

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Aggiornamenti fotografici costanti, per vedere coi propri occhi come cresce la ’piccola’. La possibilità di personalizzarla, dandole un nome o arricchendola con una dedica. Infine l’occasione per conoscerla ’di persona’ al momento di ritirare il raccolto. È dunque un’adozione a tutti gli effetti quella che propone l’azienda agricola vignolese Amidei. L’adozione di un ciliegio. Basta visitare il sito web dell’iniziativa (’adottaunciliegio.it’), aderire e scaricare l’app gratuita Wefrood, piattaforma digitale dedicata all’ortofrutta sulla quale viaggeranno dati e istantenee sullo status della pianta in tempo reale. E con 70 euro saranno garantiti ai ’genitori adottivi’ 10 chili di ciliegie, ’rosse’ vignolesi Igp: non appena sarà il momento di raccoglierle, l’invito a recarsi sul posto arriverà direttamente dal titolare Bettino Amidei.

«L’idea ci è venuta l’anno scorso – spiega suo figlio Simone, che aiuta l’azienda di famiglia nel rapporto coi social network – e la abbiamo subito sperimentata. Le adozioni sono state un centinaio, non ci aspettavamo numeri del genere. Quindi ora abbiamo deciso di ripeterla, in vista del prossimo raccolto, e ovviamente puntiamo a migliorarci. Finora ha aderito all’iniziativa gente da tutta Italia, in molti dalla Lombardia, ma anche dall’estero. È arrivata una richiesta anche dal Canada, da Vancouver: una signora di origini modenesi, che ora abita là, ha voluto donare la pianta e le sue ciliegie alla sua mamma. Quindi questa adozione può anche diventare un’idea regalo molto originale, perché no. C’è poi chi ci chiede di appendere dei bigliettini o delle foto all’albero, che dà al ciliegio il nome dei propri figli. Ci pensa mio padre Bettino a curare le piante: potatura, irrigazione, raccolta. Poi basta passare per Vignola e si possono ritirare le ciliegie in azienda. Mettendosi d’accordo è anche possibile assistere alla raccolta, ma non partecipare attivamente: non sarebbe regolare, innanzitutto per questioni assicurative».

Poi in prospettiva, se il progetto continuasse a crescere, lo stesso Simone sarebbe pronto a valutare ulteriori sviluppi. «Ho già pensato all’eventuale coinvolgimento di altre aziende agricole locali – dice – per la creazione di una rete. La cosa potrebbe diventare molto interessante per Vignola anche a livello turistico, perché l’appassionato che adotta una pianta e che poi viene qui a ritirare la ciliegie, magari da un’altra regione o dall’estero, sarebbe portato a restare in zona per qualche giorno. Così i benefici dell’indotto raggiungerebbero anche altre attività vignolesi, non solo le aziende agricole. Tutto questo andrebbe a vantaggio dell’intero territorio». Un’ipotesi che in quest’ottica potrebbe interessare anche il Comune e l’Unione Terre di Castelli.

v. g.