Modena, pranzo a domicilio con la firma dello chef. Ecco come

Il Luppolo e l’Uva, la Cucina del Museo, L’Incontro, l’Osteria Emilia e il Calcagnino si sono organizzati per venire incontro ai clienti

Stefano Corghi

Stefano Corghi

Modena, 7 aprile 2020 - Il settore della ristorazione è sicuramente uno dei più colpiti dagli effetti delle misure attuate per contenere il contagio da Covid-19. Non è bast ato il messaggio positivo lanciato lo scorso 3 marzo dai 31 ristoratori del consorzio Modena a Tavola, con Massimo Bottura a fare da fr ont-man: le misure successive hanno obbligato anche loro, nella maggior parte dei casi, a chiudere. Le cifre parlano dell’80% dei ristoratori del consorzio che al momento ha l’attività ferma.

LEGGI ANCHE I numeri a Modena Ma in tanti hanno cercato e trovato un modo per proseguire almeno in parte l’attività, ovviamente nel pieno rispetto delle regole. Hanno deciso di non chiudere, per esempio, il ristorante L’Incontro di Carpi, il Calcagnino di Formigine, l’Osteria Emilia di Campogalliano, a Modena la Cucina del Museo e il Luppolo e l’Uva.

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Consegne a domicilio , quasi sempre effettuate direttamente, senza rivolgersi a servizi esterni, e il web come canale per pubblicizzare le proprie offerte, dai canali social ai siti che già esistevano prima.

Paola Corradi, titolare della Cucina del Museo, dovendo scegliere se mettere in cassa integrazione i suoi collaboratori, ha prima arruolato la figlia, studentessa universitaria, per farsi aiutare in cucina e nelle consegne. Poi ha pubblicato un menù completo con tante possibilità di scelta. "Noi siamo molto piccoli per cui ci rivolgiamo alle famiglie. Il riscontro è stato davvero positivo. Si tratta prevalentemente di clienti che già ci conoscono e che hanno molto apprezzato questa scelta. Abbiamo adattato il menù per trovare un punto di equilibrio tra la qualità, i tempi di consegna e la trasportabilità. T utto in ogni caso viene preparato all’istante e subito consegnato a domicilio" , racconta Paola.

A Carpi, ‘L’Incontro’ è gestito da sempre da Gianfranco Zinani e dalla moglie: hanno elaborato tre menù completi, uno per gli amanti della carne, ribattezzato scherzosamente ‘Antidepressivo’, uno di pesce e una proposta definita ‘vitaminica’: "È stata una piacevole sorpresa, la gente apprezza molto il servizio. L’altra sera ho fatto personalmente una consegna e ho ricevuto un’accoglienza incredibile da una famiglia che per l’occasione si era vestita di tutto punto e aveva preparato una tavola sontuosamente apparecchiata – racconta Carlo Gozzi, chef del ristorante –. Mi hanno persino invitato ad entrare, ma ovviamente non è stato possibile. Le richieste per il pranzo arrivano anche dalle aziende che stanno proseguono la loro attività".

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Non stupisce che una terra ricca di persone capaci di adattarsi e trasformare le difficoltà in opportunità riesca a sopperire con la fantasia in certi momenti. E’ il caso delle proposte di Davide Forghieri della Osteria Emilia, che ha diviso le offerte: piatti completi già pronti, o soluzioni in cui l’ultimo tocco viene lasciato al cliente. Come i tortellini, che arrivano nella loro vaschetta, separati da brodo e parmigiano reggiano. "Tutto viene preparato espresso, utilizzando vaschette termiche sigillate con atmosfera modificata. In questo modo qualità e sicurezza sono garantite" spiega Forghieri.

L’ultimo in ordine di tempo ad aggiungersi al gruppo è stato il Calcagnino di Formigine. La partenza è con il menù di Pasqua, "ma stiamo già pensando di allargare l’offerta vista la buona accoglienza ricevuta" raccontano Claudio e Barbara. Stefano Corghi , invece, oltre ad essere lo chef del ristorante il Luppolo e l’Uva, è anche presidente del Consorzio. E ci tiene a sottolineare la componente umana delle iniziative che stanno riscontrando un buon successo: "Quando arriviamo a consegnare il pasto che hanno ordinato, le persone manifestano nei nostri confronti una grande gratitudine. Per quanto possa apparire paradossale, alcune aziende, che mi hanno chiesto di servire il pasto di mezzogiorno, mi hanno raccontato che stanno riscoprendo il piacere della pausa del pranzo, troppo spesso consumato in fretta, magari in piedi, mangiando un panino. Certo sono piccoli segnali, sicuramente insufficienti, ma l’emergenza, come sempre accade, obbliga a riflessioni e spinge a trovare soluzioni alternative che, magari, potranno essere valide anche quando avremo superato questa fase così complicata. Da soli però difficilmente riusciremo a rialzarci e a ripartire. Per questo confi diamo anche in aiuti e sostegni da parte del Governo e delle amministrazioni locali", conclude Corghi.