Sexting, cos'è e come difendersi

I consigli del professor Michele Colajanni, esperto di Cyber Security: "Dati protetti con password lunghe e complicate"

La caccia ai predatori sessuali sul web è cominciata da Apple

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Modena, 26 febbraio 2019 - Si chiama sexting, ed è un fenomeno diffusissimo: consiste nell’inviare messaggi, testi e immagini sessualmente espliciti, principalmente tramite il telefono cellulare o tramite altri mezzi informatici. Molti ci cascano, alcuni finiscono anche nei guai, come il ventenne di Pavullo, che quando era minorenne diffuse le foto hot di Diletta Leotta, che gli erano state mandate su whatsapp. Se per ora gli inquirenti non hanno trovato prove su una sua intrusione nel sistema informatico della vittima, è comunque indagato anche per diffamazione. Il professor Michele Colajanni, docente Unimore e direttore del corso in Cyber Security, mette in guardia.

Professore, innanzitutto, come possiamo difendere il materiale informatico contenuto nei nostri telefoni o ‘cloud’?

«Se non ricordo male, la showgirl in questione aveva ammesso di avere una password piuttosto banale a protezione dei propri dati. Ciò, comunque, non toglie il fatto che entrare nel sistema informatico altrui anche solo indovinando la password sia reato. La legge non fa differenza se si accede in maniera abusiva senza usare strumenti di attacco sofisticati ma solo azzeccando la password».

Come devono essere le password?

«Devono essere complesse, ma soprattutto lunghe, formate da molti caratteri, anche speciali, e numeri. Ma l’importante è che siano lunghe, prediligere quindi frasi anziché singole parole. Meglio introdurre anche qualche errore grammaticale. Con questi accorgimenti, la password sarà quasi impossibile da violare».

Il fenomeno della diffusione di immagini hot è molto diffuso tra i giovanissimi... Cosa ne pensa?

«Inviare foto di persone senza veli è sempre una violazione, più grave se si tratta di minorenni, perché si entra nella sfera della pedopornografia. Purtroppo c’è molta leggerezza tra i giovani che non si rendono conto, spesso, di quello che fanno e delle conseguenze che simili comportamenti possono avere nelle proprie vite e in quelle delle persone di cui si viola la privacy».

Cosa consiglia a un ragazzino che riceve delle foto compromettenti, per esempio di una amica?

«Di cancellare subito le foto e poi anche di rispondere al messaggio invitando il mittente a non farlo più. Così resterà la prova della propria buona fede».

E i genitori?

«Ormai anche molti genitori incappano in questi errori, i ragazzi non hanno più grandi esempi da seguire, mamme e papà sono sempre col telefono in mano. Bisognerebbe cominciare a dare il buon esempio».

Esistono delle tecnologie per bloccare l’accesso a certi siti internet ai giovani... le consiglia?

«Queste restrizioni sono efficaci per i bambini piccoli, affinché non si imbattano casualmente in scene di sesso esplicito in rete. Ma per i più grandi è inutile, bisogna lavorare sulle persone più che sulle tecnologie, educare a un uso consapevole di intenet e al rispetto delle regole e degli altri».

val. b.