"Foto hot di Diletta Leotta? Le ho diffuse io"

Il 20enne di Modena confessa su Facebook. "Ma non ho hackerato il suo profilo web"

Diletta Leotta

Diletta Leotta

Modena, 24 febbraio 2019 - Esce allo scoperto e lo fa, ovviamente, su internet dove sono cominciati i suoi guai. Sperando che Diletta Leotta, la showgirl vittima di un hacker che violò il suo telefonino rubandole foto e video hot, legga il suo appello: «Non sono io il pirata informatico».

È un ventenne dell’Appennino modenese il ragazzo indagato dalla Procura dei minori (all’epoca dei fatti aveva 17 anni) di Milano per accesso abusivo a sistema informatico e diffamazione. Ammette su Facebook di aver diffuso le immagini private della presentatrice, ma nega di averle rubate dal cloud della Leotta nel 2016. Le immagini vennero condivise da migliaia di utenti della rete.

Sexting: cos'è e come difendersi

Sul social network qualcuno lo osanna come l’eroe che ha permesso a tutti di vedere le grazie della conduttrice televisiva. Lui, però, precisa di non aver hackerato un bel niente, ma di aver solo fatto girare le immagini – a sua volta ricevute tramite whatsapp – in una casella drop box, un servizio che permette la condivisione di file in rete. Dopo una prima richiesta di archiviazione delle accuse da parte della Procura per i minori, nei giorni scorsi lo studente è stato convocato dal tribunale di Milano poiché la showgirl ha fatto opposizione alla richiesta di archiviazione. Sono state ordinate nuove indagini e il magistrato si è preso tre mesi di tempo.

«Il pm aveva chiesto l’archiviazione delle accuse – precisa l’avvocato Barbara Pini – poiché non era emerso nulla contro il ragazzo per quanto riguarda l’accesso abusivo al sistema informatico e non vi è prova della consapevolezza dello stesso della provenienza illecita delle immagini, che già da tempo circolavano in rete».

«Spero che questo messaggio diventi virale – scrive lo studente su Facebook – così da poterle chiedere, signora Leotta, cosa cerca da me? Giustizia? Non sono stato io ad hackerare un bel niente». Per la polizia il ventenne avrebbe dato l’input alla diffusione del materiale privato della Leotta, pur non avendone violato l’account. Ma lui sostiene che quelle immagini circolassero in rete già da tempo. Un fenomeno diffusissimo, il sexting: consiste nell’inviare immagini sessualmente esplicite tramite il telefono o altri mezzi informatici. Come salvarsi? Non inviando mai ad altri immagini compromettenti. Ma anche rendendo più sicuri i nostri dispositivi.

«Innanzitutto – spiega Gianluca Dotti, esperto di tecnologia digitale – non dobbiamo pensare che la galleria fotografica del nostro smartphone sia una cassaforte. Servizi di sincronizzazione e richieste di accesso ai dati di varie applicazioni fanno in modo che le nostre foto possano finire in rete. Evitiamo quindi di conservare materiale privato nel telefono. Inoltre è bene impostare più livelli di sicurezza oltre alla password, come domande segrete o impronte digitali». E le password? «Devono essere lunghe, con caratteri speciali e parole non di senso compiuto. Infine, mai lasciare login attivi su dispositivi usati da altre persone».