Svelato l’elicottero unico al mondo: in caso di guasto vola col paracadute

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Non poteva esserci occasione migliore della ‘Flight & Fun’ per presentare al mercato aeronautico un nuovo ed innovativo velivolo, pronto a rivoluzionare il settore degli elicotteri biposto. Si tratta dello Zefhir, velivolo progettato e costruito dalla Curti Spa a Castel Bolognese, in provincia di Ravenna.

È il primo elicottero Vds Avanzato in Italia ad aver ottenuto, solo qualche giorno fa, la dichiarazione di conformità secondo la nuova normativa che disciplina i requisiti tecnici dei mezzi. Spazio dunque ad una collaborazione 100% emiliano-romagnola tra l’azienda produttrice e l’aeroporto di Pavullo, che ha offerto la possibilità di presentare il nuovo velivolo a tutti gli appassionati di aviazione. Tra le peculiarità del mezzo, spiccano l’attenzione alla sicurezza e l’innovazione ingegneristica. Lo Zefhir è infatti il primo biposto sul mercato realizzato completamente in fibra di carbonio, monta un motore a turboelica anziché un motore a pistoni ed è dotato di un sistema di paracadute balistico testato unico al mondo. A livello tecnico, il turbocompressore offre vantaggi per quanto riguarda la quota di volo: dai 500 metri concessi dai motori aspirati, ci si può spingere fino a 5 chilometri perché si risente meno della carenza di ossigeno. Riguardo la sicurezza, l’innovazione è rappresentata appunto dal paracadute integrato. In caso di guasto, un pilota che si trovi in difficoltà può premere un bottone e in meno di un secondo fermare il rotore principale. A quel punto, si aziona il ‘razzo’ con al suo interno il paracadute, e l’elicottero scende verso terra con una velocità analoga a quella dei paracadutisti. "Si tratta di un’ulteriore elemento di sicurezza integrato nel mezzo – illustra l’ingegner Mirco Cantelli della Curti Spa –. In tutti i velivoli è già presente un sistema di ‘autorotazione’: manovra di sicurezza che consente, se applicata nella maniera corretta, di atterrare in caso di guasto. Tuttavia, solo i piloti abituati a volare continuamente riescono solitamente nella manovra; la maggior parte dei piloti non esperti va in crisi, e dunque diventa fondamentale avere un secondo elemento di sicurezza, da noi peraltro testato con successo nel 2017 all’aeroporto di Oristano.

Questo è il risultato di 10 anni di lavoro da parte di 15 ingegneri e di un’azienda che conta oltre 650 dipendenti. È motivo di orgoglio per noi e per l’Emilia-Romagna".

La presentazione ha trovato il plauso anche del direttore generale di Aero Club Italia Gianpaolo Miniscalco, soddisfatto per il lavoro di rinnovamento dei requisiti tecnici: "Lo Stato impone che tutti i mezzi seguano precise normative – ha spiegato Miniscalco –. Fino a poco tempo fa le regole erano arretrate: per questo abbiamo lavorato insieme ad industrie ed istituzioni per riformare i regolamenti".

I 600 chili che lo caratterizzano posizionano il velivolo fra gli ultraleggeri di peso maggiore: secondo l’azienda, "un’ulteriore conferma" dell’attenzione alla sicurezza.

r.p.