Modena, 27 aprile 2024 – Si è avvicinato lentamente, trascinando la bicicletta e osservando, con gli occhi colmi di lacrime e sofferenza gli abiti intrisi di sangue di suo fratello, rimasti sulla strada e ‘numerati’ a seguito del sopralluogo dei carabinieri sulla scena del crimine. “Non doveva morire così, me lo hanno ammazzato”, ha gridato il fratello di Jaouad, Mohamed, arrivato ieri sul posto.
![Omicidio a Modena: la vittima Jaouad Dejli, 37enne di origine marocchina](https://www.ilrestodelcarlino.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/NjdkZWIyOGEtYTU1Ny00/0/omicidio-a-modena-la-vittima-jaouad-dejli-37enne-di-origine-marocchina.webp?f=16%3A9&q=1&w=1560)
“Ero in moschea, a Modena, quando mi hanno avvisato che era successo qualcosa di brutto a mio fratello. Mi hanno detto: ’è arrivato in via Casette Zanasi, gli hanno fatto del male’. Mio fratello era stato via, in Marocco, era appena tornato in Italia, da cinque mesi credo – ha spiegato ancora Mohamed – era tornato per i figli, per la famiglia, voleva sistemare le cose. Lo avevo visto in questi giorni, saremmo dovuti andare insieme dall’avvocato: mi aveva chiesto di accompagnarlo. Viveva con me ora e non capisco cosa sia successo – continua – si conoscevano (con i sospettati, ndr), siamo compaesani. Non so perché ce l’avessero con lui, non capisco cosa sia capitato in quella casa – ha sottolineato in lacrime –. Era giovane, forte, muscoloso mio fratello: era bello e bravo, non doveva morire così”.
Ieri, accanto a Mohamed c’era anche la nipotina: "Era simpatico, mi faceva ridere, giocava con me – ha commentato la ragazza in lacrime –. Non riesco a capire come sia possibile che ora non ci sia più".
Sul posto, ieri pomeriggio è arrivata un’altra ambulanza per assistere i parenti della vittima che, comprensibilmente, sono stati colti da malori.
“Si conoscevano tutti qua – hanno sottolineato ancora i parenti della vittima – avranno litigato ma nessuno ce l’aveva con Jaouad: era una brava persona e voleva bene a tutti». ll 37enne aveva dato appuntamento al fratello per le 16 di ieri pomeriggio: è plausibile che la ‘visita’ a quelli che si sono trasformati nei suoi assassini non fosse in programma.
"Forse hanno litigato e poi lui li ha raggiunti per parlare – hanno supposto altri conoscenti della vittima – in quella palazzina non è mai capitato nulla di simile: siamo sconvolti”.
v.r.