Oneness: tutti uniti nel segno del Taekwondo

Il ghanese Charles Cromwell racconta la sua scuola di arti marziali

Charles Cromwell e un gruppo di giovani allievi

Charles Cromwell e un gruppo di giovani allievi

Modena, 28 dicembre 2015 - «‘Oneness’ significa unità, a prescindere dalle origini o dal colore della pelle». E’ per questo che il ghanese Charles Cromwell lo ha scelto come nome per la sua scuola di Taekwondo, l’unica in tutta la provincia di Modena. «Quando abbiamo cominciato eravamo in cinque, ognuno di una nazionalità diversa: io, un italiano, un marocchino, un brasiliano e un turco. Cinque diverse storie, tradizioni e origini unite dalla passione per questo sport, che ci ha regalato la possibilità di essere una cosa sola».

E’ nata così, circa cinque anni fa, la Taekwondo Accademia Oneness fondata da Charles. Dopo alcuni anni a Modena, ora si è trasferita a Savignano sul Panaro, nella palestra comunale delle elementari Crespellani, in via Gramsci. Da quattro che erano all’inizio, gli allievi di Charles sono diventati 70, e spaziano dai bambini di 4 anni agli ultra quarantenni.

Un piccolo miracolo, quello di Charles, sulla carta immigrato come tanti altri. Originario della città di Takoradi in Ghana, è lì che ha cominciato a esercitarsi nell’arte marziale coreana del Taekwondo. «In Ghana è molto diffuso, è il secondo sport nazionale. Mio padre era maestro e mio figlio (che oggi ha due anni) l’anno prossimo comincerà gli allenamenti», spiega.

Lui, che oltre a essere maestro è un atleta professionista ed è stato campione mondiale per tre anni di fila (2012, 2013 e 2014), a 16 anni già viaggiava tutto il mondo di competizione in competizione. Ha studiato in Corea, dove si è guadagnato anche i diplomi di fisioterapista e nutrizionista, e ora è in attesa della classificazione olimpica come campione nazionale in carica nella sua categoria (- 68 kg).

Come ci è finito a Modena? «A un certo punto, era il 2000 e io avevo circa 20 anni, ho deciso che volevo andare via, volevo andare a Londra per studiare». Ma qualcosa è andato ‘storto’: «Avevo degli zii a Modena, che mi hanno convinto a fare tappa qui prima di volare per l’Inghilterra. A Londra, tra permessi di soggiorno da rinnovare e conseguenti contratti di lavoro da trovare, non ci sono mai arrivato. Ma va bene così, io sto bene con gli italiani, mi sento a casa». Charles però la cittadinanza italiana ancora non ce l’ha. Ha la carta di soggiorno di lungo periodo, più pratica per chi viaggia continuamente. «Soltanto negli ultimi tre mesi sono stato in Corea, Cuba, Congo, Ghana e Azerbaijan. Sarebbe troppo complicato chiedere la cittadinanza ora».

Non è ancora cittadino italiano, ma ha l’Italia nel cuore e nel curriculum: quest’anno, tra le altre cose, è stato nominato presidente della federazione italiana di Taek gyeom, l’antica arte marziale del Taekwondo.