Gallerie Estensi, Alessandra Necci: "E’ importante che nei musei si riconosca tutta la comunità"

La neo direttrice: "Sono molto legata alle figure femminili della casata, da Isabella d’Este a Lucrezia Borgia. Fra i miei progetti c’è appunto quello di esplorare e rievocare questo potere ’rosa’ attraverso una o più mostre".

Mdena, 2 febbraio 2024 – "Guardi l’arpa estense: l’ho sempre amata moltissimo. Ogni volta che l’osservo, mi sembra di riascoltare Laura Peperara che la suonava alla corte di Ferrara, alla fine del ‘500, per il concerto delle dame", confida Alessandra Necci, mentre ci accompagna fra gli splendori della Galleria Estense.

Gallerie Estensi, Alessandra Necci: "E’ importante che nei musei  si riconosca tutta la comunità"
Gallerie Estensi, Alessandra Necci: "E’ importante che nei musei si riconosca tutta la comunità"

"Amo camminare per le sale, conversando idealmente con i capolavori, oppure guardare i meravigliosi libri della biblioteca. In quest’arpa, per esempio, vedo il riflesso di una storia straordinaria di collezionismo e quindi anche del Rinascimento, un’epoca di grande bellezza, di elevazione dello spirito ma spesso anche di grande ferocia", aggiunge la nuova direttrice delle Gallerie Estensi, un museo nazionale ‘diffuso’ su più luoghi, la Galleria e la Biblioteca dei duchi a Modena, il Palazzo Ducale a Sassuolo e la Pinacoteca nazionale a Ferrara. Nominata prima di Natale, la professoressa Necci si è insediata ufficialmente a metà gennaio, "ma negli anni a Modena e a Ferrara sono venuta spessissimo, proprio per le ricerche dedicate alle tante biografie che ho scritto".

Come è stato il suo primo approccio da direttrice?

"Avverto tutto l’onore e la responsabilità di essere stata chiamata a occuparmi di questi musei, in cui vedo dei veri e propri giacimenti culturali, sulla scia degli insegnamenti di Giovanni Spadolini e Gianni De Michelis. Sono ammiratissima per l’enorme lavoro svolto dalla dottoressa Bagnoli che mi ha preceduto e per la bravura e la disponibilità dello staff e di tutti quelli che lavorano con noi".

Ha già avuto contatti con le altri istituzioni?

"Sì, dal sindaco Muzzarelli all’arcivescovo Castellucci, al comandante dell’Accademia Militare per il Palazzo Ducale e al presidente della Fondazione di Modena, e allo stesso modo anche con le autorità di Sassuolo e di Ferrara. Sono felice per l’accoglienza che ho ricevuto. Naturalmente siamo solo agli inizi, desidero incontrare tutti. Sono certa che potremo lavorare bene, tutti insieme: credo molto nella collaborazione virtuosa e sarebbe sbagliato pensare solo in termini di ‘particulare’, per dirla con Guicciardini. È importante che nel museo si possa riconoscere tutta la comunità".

Cosa rappresentano le Gallerie Estensi?

"Sono l’espressione del grande collezionismo italiano e del genio della committenza. A me interessa ribadire con incisività la matrice identitaria di queste collezioni che racchiudono la storia di una dinastia ma anche la storia dei luoghi, che è poi la storia di tutti".

E come si può raccontare questa storia?

"Negli oggetti possiamo appunto ritrovare l’impronta dei grandi protagonisti. Io poi sono molto legata alle grandi figure femminili della casata estense, da Isabella d’Este a Lucrezia Borgia, a Laura Martinozzi, nipote del cardinale Mazzarino. Fra i miei progetti c’è appunto quello di esplorare e rievocare questo potere al femminile attraverso una o più mostre. Più in generale, mi piacerebbe poter creare un museo dedicato espressamente agli Estensi e alla loro storia, in cui si riconoscano le nostre radici".

Magari nei locali dell’ex monastero di San Pietro?

"È una delle idee di cui si è parlato la settimana scorsa nell’incontro al ministero, anche se ovviamente servirà tempo per sviluppare il progetto".

Come dovrà essere il ‘suo’ museo?

"Il mio desiderio è che il museo sia davvero la casa di tutti, sempre più aperto ai bambini e ai ragazzi, e pienamente inclusivo. L’arte è gioia, conoscenza e anche terapia e, come la cultura, un baluardo contro la barbarie".

Qual è un obiettivo da percorrere?

"Innanzitutto poter esporre e valorizzare sempre più i tesori delle Gallerie: i nuovi spazi nell’ex Ospedale Estense ci permetteranno di esporre sempre più materiali e raccolte che ora sono nei depositi".

E poi farli conoscere...

"Certo, dovremo saper ‘comunicare’ sempre meglio questi patrimoni non solo in Italia. Se è conosciuta Villa d’Este a Tivoli, perché non deve esserlo altrettanto il Palazzo Ducale di Sassuolo? Per fare questo, comunque, occorre mettere insieme l’infrastruttura immateriale, rappresentata dai musei, con tutta l’offerta del territorio, gastronomia, prodotti tipici, motor valley, e che tutto sia sostenuto da efficienti infrastrutture materiali, strade, collegamenti ferroviari, mezzi pubblici. È fondamentale che si comprenda, a tutti i livelli, come la cultura rappresenti anche un formidabile moltiplicatore economico, con importanti ricadute sui territori".