Cinema Modena, il progetto dell'imprenditrice: "Ecco una casa dove fabbricare film"

Stefani ha investito due milioni di euro: il Cineporto è a disposizione di chi realizza lungometraggi e documentari. Si tratta del primo polo del genere realizzato in Emilia-Romagna

Alessandra Stefani, imprenditrice e regista. Sotto gli spazi del Cineporto

Alessandra Stefani, imprenditrice e regista. Sotto gli spazi del Cineporto

Fiorano Modenese (Modena), 7 novembre 2022 - Due magliette rosso Ferrari al balcone di una palazzina di via Braida ci ricordano che siamo nel cuore della Motor Valley: la Casa del Cavallino e la sua famosa pista sono a meno di dieci minuti da qui. E proprio a fianco, ecco lo stabilimento di una storica industria produttrice di piastrelle: sì, questo è il famoso distretto ceramico che esporta qualità e stile in tutto il mondo. Proprio qui, a Fiorano Modenese, terra di imprese e di idee, fiorisce anche la settima arte: da poche settimane infatti è entrato in attività il Cineporto dell’Emilia Romagna, il primo polo del cinema in regione e uno dei pochi in Italia, un hub attrezzato di 1500 metri quadri (con teatro di posa, studi di postproduzione, sala di proiezione e locali di servizio) per la lavorazione di film e documentari. "Lo abbiamo realizzato con un investimento interamente privato di oltre due milioni di euro – spiega Alessandra Stefani, imprenditrice e regista, che con la sua Scarabeo Entertainment ha dato vita alla ‘cittadella’ del cinema –. È uno spazio che mancava, dove gestire l’intero processo, dal montaggio alla correzione del colore al sound design. Il Cineporto è stato pensato sia per le esigenze delle grandi troupe che per produzioni più piccole, e ha l’ambizione di diventare un punto di riferimento d’eccellenza per il settore".

Nel Cineporto Alessandra Stefani ha distillato le sue radici imprenditoriali e la sua passione per il cinema. Nel 1970 suo papà Franco ha fondato la System, divenuta gruppo leader per l’automazione industriale: "Mio padre è stato un innovatore, ha depositato più di duecento brevetti e proprio qui, dove oggi c’è il Cineporto, fu la prima sede della sua attività", racconta Alessandra. Lei ha studiato arte e tecniche di restauro a Firenze, quindi è stata art director della Laminam, una delle imprese di famiglia: la creazione di uno spot le ha ‘illuminato’ la strada del cinema che ha coltivato studiando alla New York Film Academy. Ha diretto un documentario, "The Arch" (2019), sulle architetture che stanno cambiando il mondo, quindi un docufilm, "La moda del liscio", omaggio alla musica romagnola attraverso le sue figure meno conosciute, e ora sta concludendo la lavorazione di "Mycelia", "una favola dark che abbiamo girato nei boschi", racconta. In una sala di postproduzione del Cineporto il celebre colorista francese Elie Akoka ripassa le scene, "per dare unità e stile al film", sottolinea.

Realizzato con materiali ecocompatibili, il Cineporto è completamente autonomo dal punto di vista energetico: la geometria lenticolare delle lunghe travi in acciaio permette di non avere colonne portanti e lo spazio del teatro di posa è tutto disponibile. Ci sono ampi accessi per i mezzi delle produzioni ed eleganti camerini per gli artisti: "In questo abbiamo accolto Penelope Cruz", ci mostra Alessandra. Prima ancora di essere inaugurato ufficialmente, infatti, già in luglio il Cineporto è stato ‘abitato’ dalla troupe hollywoodiana del regista Michael Mann per i ‘camera set’ e le prove di luce e ripresa del film su Ferrari. "Più di cento persone hanno lavorato qui per diversi giorni. Vederli all’opera è stato interessantissimo", racconta Alessandra Stefani.

«Nel Cineporto io sento di unire tre anime: quella industriale che ho respirato in famiglia, quella artistica che è nel mio Dna e quella gestionale e di produzione esecutiva che sperimento sul campo", prosegue la fondatrice. Certo, la formazione imprenditoriale è importante: "Mi dà una visione d’insieme, la concretezza del fare, ma anche la libertà e la solitudine di essere un’apripista", ammette Alessandra che si dedicherà sempre più alla produzione e coproduzione, e al Torino Film festival assegnerà lo Scarabeo Award 2022. "Presso gli Egizi lo scarabeo era un simbolo di rinascita e di trasformazione – sorride –. Anch’io ho intrapreso una strada nuova". Anche attraverso il cinema, l’Emilia Romagna si propone sempre più come una terra di industrie creative.