Francesco Balzano, dalla periferia di Modena alla Scala a passo di danza

Il 13enne è cresciuto alla scuola La Fenice del palazzo R-Nord. Nonostante le prese in giro dei compagni è riuscito a coronare il suo sogno

Francesco Balzano, da solo e insieme alla sua insegnante Serena Mignano

Francesco Balzano, da solo e insieme alla sua insegnante Serena Mignano

Modena, 16 luglio 2022 - Sembra una favola ma è una storia vera. Francesco Balzano muove i primi passi alla scuola di danza La Fenice, all’interno del complesso R-Nord, e a 14 anni ancora da compiere sale sul palcoscenico del teatro più prestigioso d’Italia e non solo: alla Scala di Milano. La nobile arte della danza è riuscita a conquistarsi il suo spazio (e il cuore di questo giovane danzatore), in un contesto in cui certamente imparare una coreografia ha un valore diverso e può non essere così prioritario per un ragazzo che frequenta il quartiere Sacca. Invece proprio qui si scoprono talenti, si formano e li si lancia verso il successo.

Francesco , che oggi parte per una summer school di due settimane al Teatro dell’Opera di Roma, ma che ha già in tasca il biglietto per Milano dove a settembre comincerà il terzo corso all’accademia maschile indirizzo classico, ne è la testimonianza diretta. "Quando mi hanno ammesso alla Scala ero felice, è un’emozione fortissima. Ho provato un po’ di tristezza perché dovrò allontanarmi da casa e in alcuni momenti mi sale l’ansia. Ma poi mi fermo a pensare allo studio, all’allenamento e a quello che spero di diventare in futuro… e mi torna il sorriso".

È timido Francesco, ma a vederlo volteggiare nella sala de La Fenice non si direbbe. "Io voglio diventare ballerino e, successivamente, insegnante di danza". Parla sottovoce per non disturbare e nasconde così quella determinazione che non ti aspetteresti nemmeno da una persona adulta. Quella determinazione che lo ha sostenuto anche nei momenti più difficili e sconfortanti. Ed è qui che la storia (reale) di Francesco, s’interseca con quella del film d’inizio secolo ‘Billy Elliot’, dove il ragazzino di 11 anni il cui sogno era diventare un ballerino classico viene ostacolato dal padre minatore del carbone e dai pregiudizi neanche tanto nascosti tra le pieghe della società, nel Regno Unito. Quarant’anni dopo, a 1.700 chilometri di distanza, la storia si ripete. "Io avrei preferito che facesse uno sport più ‘da maschio’, come i suoi compagni, magari il calcio o il karate. A scuola lo prendevano in giro e gli dicevano che la danza era una ‘cosa per femminucce’" spiega il papà, Vincenzo Balzano, arrivato a Modena da Grumo Nevano, in provincia di Napoli, nel 2003. Abbandonata da subito l’idea di indossare il kimono, Francesco accetta il compromesso e per cinque anni pratica nuoto. Ma il cuore va da un’altra parte. "Mia moglie Ania, che è di origine cubana, gli ha trasmesso la passione per la musica e lo ha sempre sostenuto. A scuola, invece, ha avuto molti problemi, veniva isolato e deriso da alcuni compagni con termini molto offensivi. Il clima, qui, non era per niente buono, ma per fortuna nostro figlio ha portato tanta pazienza ed è andato avanti per la sua strada".

La scuola di danza è diventata il suo rifugio per buona parte della giornata, dopo la scuola e dopo lo studio. "Quando è arrivato qui a La Fenice era molto timido e combattuto per i giudizi dei compagni – racconta la direttrice artistica Serena Mignano –. Poi è rinato e ora è fiero di attraversare la galleria al piano terra e trascorre tante ore ad allenarsi in danza classica, yoga, pilates e danza contemporanea assieme a ragazze e ragazzi di ogni etnia". È questa ‘mescolanza’ di culture l’habitat ideale in cui crescono i talenti come ricorda De André in una celebre canzone. "Qui la porta è aperta e possono entrare tutti, senza distinzioni per il colore della pelle – continua Mignano –. È molto prezioso poter avere in sala ragazzi così diversi, perché si cresce meglio e si lavora meglio".

I risultati raggiunti da Francesco sono sotto gli occhi di tutti. Prima di lui altre ragazze e altri ragazzi, dopo una selezione rigidissima, hanno proseguito gli studi chi al Royal Ballet School di Londra, chi all’Ateneo della Danza di Siena, chi a Milano e chi alla Fondazione nazionale della Danza e Centro coreografico nazionale di Reggio Emilia. "Questa è diventata la mia seconda casa. Ho tanti amici non italiani con i quali non è sempre facile comprendersi perché c’è l’ostacolo della lingua, ma ci capiamo sempre". Nel poco tempo libero a disposizione Francesco riguarda spesso la scena del film in cui Billy Elliot riceve la lettera di ammissione al Royal Ballet School e si emoziona: "lui non voleva fare boxe e realizza il suo sogno; un po’ come me, che sono passato dal nuoto alla danza".