
Pegolo e le 42 candeline, il podio dei più longevi è lì
di Stefano Fogliani
SASSUOLO
Per la 25ma stagione di una carriera cominciata nel Verona un quarto di secolo fa Gianuca Pegolo si è regalato la maglia numero 25 che fu di Berardi. "Abbiamo fatto una scommessa", disse, senza svelare cosa ci sia in palio tra lui e Berardinho, quando a luglio si presentò al raduno, per cominciare la sua decima stagione nel Sassuolo. E chissà cosa si regala oggi, il portierone di Bassano del Grappa, nato proprio il 25 marzo del 1981: gli anni sono 42 e vanno celebrati di conseguenza perché Pegolo, che il Sassuolo acquistò dal Siena per affrontare la sua prima, complicatissima, stagione in serie A, in campo con la maglia neroverde ci va ancora, e con un certo orgoglio che gli deriva dall’essere ancora quello che vuole essere, ovvero un giocatore. L’ultima volta a Monza, a gennaio, la seconda presenza stagionale ne fece il quarto giocatore più ‘esperto’ di sempre a scendere in campo nella massima serie.
Prima di lui solo Ballotta (44 anni), Buffon (43) e Antonioli (42) hanno fatto meglio, ma quando ci parli il giovanotto da’ l’idea di avere messo nel mirino, se non Ballotta, almeno Antonioli. Perché Pegolo, che il luogo comune vuole uomo spogliatoio e invece quando è chiamato in causa il suo dovere lo fa, è come si stesse ‘vendicando’ della malasorte che gli ha tolto, tra l’estate del 2014 e quella del 2015, un anno di campo e il momento più imporrante della sua carriera. Un infortunio patito in ritiro (tibia sbriciolata, raccontò che ai tempi non sapeva nemmeno se avrebbe ripreso a camminare, figuriamoci a giocare) lo tolse a se stesso, ma il portiere bassanese – razza Piave, ca va sans dire – si è riarrampicato sul suo destino. Riscrivendolo.
Secondo di Consigli, chioccia di una pletora di giovani portieri (Turati, Satalino, Russo tra gli altri) che il Sassuolo ha ‘allevato’ in questi anni, uomo spogliatoio e ‘pretoriano’, all’occorrenza, di tecnici che hanno praticamente la sua età (De Zerbi e Dionisi, per dire) il portierone neroverde si è già conquistato di diritto il suo posto nella hall of fame del Sassuolo e l’idea è che di fermarsi non abbia nessuna intenzione. "Finchè mi diverto e il fisico regge continuo", disse qualche tempo fa, e l’impressione è che vorrebbe divertirsi ancora per un po’. Il contratto scade a giugno (ma sono diversi anni che il nostro firma rinnovi annuali) ma Antonioli è lì, e l’impressione è che la dirigenza del Sassuolo rinuncerà, in barba all’anagrafe, ad un asset del genere. I simboli, quando li si declina in neroverde, valgono ancora. I bravi giocatori anche. E Pegolo, in questo decennio, è diventato l’uno e l’altro.