Bar e ristoranti, il Green pass che divide "Imporlo ai dipendenti? No". "Sì, è giusto"

I titolari sul’obbligo in arrivo anche per i lavoratori privati. "Ce l’hanno i nostri clienti, perchè non dovremmo averlo noi?"

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di Giorgia Monticelli

Sembra farsi sempre più concreta l’idea della obbligatorietà di Certificato Verde riferita anche ai dipendenti pubblici e ai lavoratori dei settori dove il Green pass è attualmente obbligatorio per la clientela - quali bar, ristoranti, piscine e palestre -, tanti sono quelli già vaccinati ma c’è ancora qualcuno che storce il naso e spera in un cambio di rotta.

"Non sono d’accordo con nessun tipo di imposizione, tra queste rientra anche l’obbligo di Green pass per dipendenti e clienti – ha sottolineato Giovanni Gessi, del Mhuu bar in piazzale Lazzarini – attualmente non tutti i miei dipendenti sono vaccinati, spero sia possibile arrivare ad un compromesso con le istituzioni prima di una decisione drastica, intanto continuiamo ad essere positivi, per cercare di venire fuori da questa pandemia".

L’obbligo potrebbe entrare in vigore già dal primo di ottobre ma la cabina di regia sembra essere slittata alla prossima settimana, senza escludere una possibile riunione dei rappresentanti delle forze politiche al governo proprio per discutere sui passi futuri. Sarà poi necessario lasciare il tempo per sottoporsi alla prima dose di vaccino a chi ancora manca all’appello, includendo anche i 15 giorni successivi utili per l’arrivo del Green pass elettronico.

Ma la maggior parte dei titolari che abbiamo sentito è d’accordo con le possibili direttive.

"I nostri clienti sono obbligati a possederlo per poter accedere e sostare nel locale, il minimo che ci possano chiedere è quello di esserne provvisti anche noi dipendenti, dobbiamo dare il buon esempio – hanno raccontato i due soci Mattia Livi e Daniele Gerini, del "Carducci Caffè" – per adesso manca solo una dipendente all’appello che non lo fa per paura, ma ha già dichiarato che appena entrerà in vigore l’obbligo correrà a farlo". Seppur la maggior parte di loro sembrano essere d’accordo con l’idea di estendere l’obbligo anche ai dipendenti, si continuano a temere alcune ripercussioni.

"Potrebbero non essere contenti tutti i nostri lavoratori, ma è sicuramente la linea più giusta da seguire – ha spiegato Patrizio Borchia dello storico ristorante "Harnold’s" – vogliamo tutelare sia i clienti che noi lavoratori, ed è giusto che ci venga richiesto anche a noi, come ai nostri clienti". Poi anche chi ha tutti i dipendenti già immunizzati e con passaporto sanitario, che non teme per i suoi lavoratori, ma per il futuro delle entrate economiche.

"Riscontriamo dei problemi con i clienti che non hanno ancora il vaccino, siamo costretti a posizionarli all’esterno del locale, ma purtroppo il tempo non è sempre dalla nostra parte e con l’arrivo della stagione invernale potrebbe andare peggiorando, spesso capita che perdiamo dei clienti proprio a causa del maltempo – conclude Angelo Galdenzi del ristorante "La Guercia" – chiediamo massima collaborazione, intanto meglio così che tornare ad una chiusura totale".