
Bellucci: il segretario Pd non eletto: "Tanti complimenti e pochi voti"
Giampiero Bellucci, nel giorno in cui il Pd ha stravinto, lei che ne è il segretario comunale non è stato eletto. Si sente come un capitano espulso mentre la squadra trionfa?
"Sono dispiaciuto. Non tanto per Giampiero, quanto per il segretario del Pd".
Che non è la stessa cosa.
"No. Voglio dire: in questi mesi ho riscosso molti apprezzamenti per il lavoro di sintesi fatto all’interno del partito in vista della scelta del candidato. Parlo di 50 colloqui individuali nell’assemblea comunale del Pd da ottobre a dicembre. Questo apprezzamento l’ho declinato come consenso al segretario".
Invece tanto apprezzamento e poche preferenze.
"Esatto".
Ma ha chiesto spiegazioni a qualcuno?
"In diversi mi hanno telefonato e a uno che mi faceva comunque i complimenti per il mio lavoro gli ho detto: sì, ma tu mi hai votato? E lui: ma sai, pensavo che non ti servisse".
Ma perché non ha chiesto garanzie al partito? Per il segretario, non per Giampiero.
"Quando abbiamo approvato la lista, cosa che sembra semplice ma non lo è, ho chiesto soltanto di essere capolista. Il che dà solo due piccoli vantaggi: che il nome si legge prima degli altri e che hai la meglio in caso di arrivo a pari merito. Solo questo".
Ha pensato che le preferenze sarebbero arrivate comunque, insomma.
"Non ho fatto appelli per aiutare il segretario comunale. Negli ultimi dieci giorni ho fatto un po’ di campagna elettorale nel mio quartiere, a Pantano, ma non mi ha portato i voti di 5 anni fa. Avevo scommesso che sarei arrivato a 300, invece mi sono fermato a 166. Sì, mi ero illuso".
Ad esempio: Biancani, per la cui candidatura lei si è speso molto, non avrebbe potuto darle una mano?
"Mi ha chiamato, era più dispiaciuto di me. Ma d’altronde io non avevo lanciato nessun Sos".
Un errore pensare che alle comunali i voti arrivino senza chiederli.
"C’è un altro aspetto: il Pd alle Comunali ha preso tremila voti in meno rispetto a cinque anni fa, un po’ per l’astensionismo aumentato e un po’ perché drenati dalla lista civica di Biancani. Eppure il numero delle preferenze non è calato".
Significa che i candidati si sono scatenati.
"Significa che è stato fatto un grande lavoro per trovare le preferenze".
E adesso cosa farà?
"Beh, io accettai di fare il segretario dicendo che sarei arrivato fino alle amministrative, dopo aver lavorato per l’unità. Penso di esserci riuscito".
Quindi si dimette?
"Quindi nei prossimi mesi dovremo parlare, non per fare il processo alla mia mancata elezione, ma per capire se il partito saprà fare tesoro di questi anni e riflettere anche sul modello organizzativo".
In cosa vuole cambiarlo?
"Ho avvertito una certa stanchezza da parte di persone che hanno ruoli significativi nel Pd".
Entrando più nel merito?
"C’è stanchezza tra i segretari di circolo e serve una segreteria comunale più dinamica che eserciti il ruolo di proposta".
Nonostante le vittorie il Pd è spento?
"Dico solo che io farò la sintesi di questi anni, del lavoro unitario fatto, dei risultati ottenuti e proporrò di rimettere tutto in gioco per ravvivare l’entusiasmo da trasformare in fermento per il partito".
Spazio ai giovani?
"Anche, ma non ne faccio una questione anagrafica".
Quindi non molla?
"Mi riposo, sono stati mesi mesi difficili. Vado al mare, poi ne riparleremo".