Bimbo ucciso dall’otite curata male. Nessuno sconto per l’omeopata

Confermati in Appello i tre anni di pena per Massimiliano Mecozzi, accusato della morte di Francesco, il piccolo di Cagli morto nel 2017. Il nonno scoppia a piangere in aula: "Ora potrò dirgli che ha avuto giustizia".

Bimbo ucciso dall’otite curata male. Nessuno sconto per l’omeopata

Bimbo ucciso dall’otite curata male. Nessuno sconto per l’omeopata

Tre anni di condanna anche in appello. Nessuno sconto di pena per il medico omeopata Massimiliano Mecozzi, 62 anni, di Pesaro, accusato di omicidio colposo per la morte del piccolo Francesco Bonifazi, 7 anni, di Cagli. Il bambino era stato curato per una otite batterica bilaterale con soli rimedi omeopatici tanto che il suo quadro clinico peggiorò drasticamente e l’infezione alle orecchie degenerò in encefalite. Francesco mori il 27 maggio del 2017, all’ospedale Salesi di Ancona, a tre giorni dal suo arrivo in condizioni già gravissime. La condanna bis è arriva ieri pomeriggio in Corte di Appello di Ancona, a cui è ricorsa la difesa di Mecozzi, rappresentata dall’avvocato Fabio Palazzo che aveva ritenuto come il primo grado di giudizio non aveva provato il nesso di casualità tra la morte del bimbo e l’otite. I giudici, presiedeva la corte Antonella Di Carlo, non solo hanno confermato i tre anni all’imputato ma anche l’interruzione per cinque anni dai pubblici uffici, che scatta non appena la sentenza andrà in giudicato. Attualmente il medico continua ad esercitare la professione. Uscite le motivazioni la difesa potrebbe ricorrere in Cassazione. Non ci sarebbe ancora nessun rischio di prescrizione come inizialmente emerso. Mecozzi aveva preso tre anni di condanna anche in primo grado, era novembre del 2022, e non è mai venuto fisicamente ad una sola udienza. Ad Ancona ieri c’era il nonno materno, Maurizio Olivieri, che ha seguito passo passo ogni udienza. "Questa condanna è quello che speravamo e ci auguravamo - ha detto - oggi mio nipote può riposare in pace. Sono passato da lui anche stamattina (ieri, ndr), ho solo una lapide ormai ma so che come medico sarà difficile che farà del male ad altri bambini. Non posso salvare il mondo purtroppo perché ha tanti seguaci ancora e continua anche a lavorare".

La Corte di Appello ha confermato anche le provvisionali per le parti civili nel processo, rappresentate dall’avvocato Federica Mancinelli, il nonno materno appunto e anche lo zio paterno. A loro andranno 40mila e 30mila euro in attesa di definire un risarcimento in sede civile. Parte civile anche l’Unione Consumatori con l’avvocato Corrado Canafoglia. "Questa seconda condanna è importante - ha osservato Canafoglia - perché conferma che di fronte alla malattia bisogna ricorrere alla medicina tradizionale. L’omeopatia non è medicina, sono trattamenti consentiti nei primi tre giorni poi i protocolli sanitari prevedono la prescrizione degli antibiotici". Proprio un antibiotico avrebbe potuto salvare Francesco. L’Unione Consumatori ha prodotto una documentazione dove è emerso che il caso del bambino di Cagli non è stato l’unico in Italia che ha visto il ricorso all’omeopatia per patologie anche gravi.