
Manifestazione contro la violenza
"Prima uccido i tuoi figli e poi te". Botte e minacce alla convivente al punto da costringerla a fuggire in strada terrorizzata, ancora con il pigiama addosso e con una sola ciabatta. Lui ha 55 anni, siciliano, e nel marzo scorso, in piena notte, era stato arrestato per maltrattamenti verso la compagna, 58enne di origine piemontese e domiciliata a Pesaro. L’uomo, difeso dall’avvocato Corrado Canafoglia, ha chiesto mercoledì scorso di essere ammesso al rito abbreviato e di poter accedere ad un programma di giustizia riparativa che consiste, attraverso un percorso gestito da un mediatore, nella ricostruzione del legame spezzato tra vittima, imputato e società. Secondo l’accusa l’uomo aveva malmenato la compagna tenendola per un braccio. La donna ha raccontato di essere stata colpita più volte ai glutei tanto da riportare numerosi lividi. La 58enne ha detto di essere stata anche schiaffeggiata, in più occasioni, al volto. Ma non solo: la minacciava e la ingiuriava dicendole "tanto te sei una zoccola", anche con frasi dal contenuto discriminatorio del tipo "sei come le rumene". La donna ha raccontata che lui era infastidito da tutto e anche il suo modo di masticare poteva essere il pretesto per ingiurie o commenti denigratori. La chiamava "ruminante".
L’aggravante contestata al 55enne siciliano è quella di averla maltrattata mentre era ubriaco e la donna ha raccontato che lui era solito fare abuso di alcool. I fatti coprono un arco temporale di due anni, da settembre 2022 al marzo scorso. E non è la prima volta che all’uomo vengono contestati fatti simili visto che aveva scontato anche precedentemente una condanna. In passato, infatti, l’aveva presa per le caviglie e poi le aveva stretto i polsi e infine l’aveva colpita al volto con due schiaffi provocandole varie lesioni. "Quello della giustizia riparativa – sostiene l’avvocato Canafoglia che assiste l’imputato – è un istituto importante che ha l’obiettivo di far capire il disvalore di ciò che l’imputato ha commesso, soprattutto nei confronti di reati di questo tipo. E’ un percorso che consente a entrambi, reo e vittima, di capire i motivi di ciò che è accaduto per eliminare anche nella persona offesa quella sensazione spesso diffusa di sentirsi sporca o sbagliata. Il tutto anche in una logica di prevenzione visto che simili comportamenti possono essere l’anticamera di reati più gravi. Purtroppo nelle Marche la giustizia riparativa non ha avuto quello sviluppo diffuso che la riforma Cartabia aveva auspicato. C’è un solo centro in tutta la regione e si trova in Ancona".