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Caserma Paolini, che farci?: "Ci vorrei tanti appartamenti"

Cesare Carnaroli, ex sindaco della città, ha una sua particolare proposta "Il miglior uso sociale dell’immobile è quello di dare un tetto ai giovani".

Caserma Paolini, che farci?: "Ci vorrei tanti appartamenti"

Con l’ultimo giuramento delle reclute nel settembre del 2000 la caserma "Paolini" chiuse i battenti visto che di lì a poco sarebbe stato abolito il servizio militare di leva. All’epoca, il sindaco di Fano era Cesare Carnaroli che oggi interviene sulla concessione di una parte della "Paolini" al Comune di Fano.

Carnaroli, si tratta di una bella notizia…

"Certo! Sarebbe ora interessante aprire un dibattito sull’utilizzo di tutta la struttura nel suo complesso".

Già si è partiti con la proposta di trasferirvi uffici...

"Sono del parere che l’utilizzo sociale, come chiede il decreto governativo, debba avere la priorità sul resto. Però sociale è un concetto largo che comprende tante cose, come l’emergenza abitativa che, a mio modesto parere, è la vera drammatica urgenza, di cui soffrono le grandi e medie città come Fano. Emergenza alla quale è necessario dare risposta".

Magari utilizzando la caserma, dice lei...

"Partiamo da un dato: il mercato immobiliare su Fano vede prezzi da 3/4mila euro al mq per le palazzine ristrutturate nelle zone residenziali di pregio e affitti medi di 800 euro mensili. Questo ha escluso una fetta grandissima di popolazione, a vantaggio di una piccola parte ricca che si può permettere questi prezzi per l’acquisto. Chi è costretto a pagare un affitto così alto rischia di andare in povertà o di doversi cercare casa fuori Fano, concorrendo, con il calo delle nascite, a determinare una pericolosa diminuzione della popolazione".

Qual è la proposta allora?

"Come accaduto in passato, le possibilità per invertire questa decadente deriva sono in mano allo Stato e agli Enti pubblici che devono aggredire la questione con piani decennali per la casa, tipo piano Fanfani del 1956 che realizzò 350mila alloggi in una Italia che usciva distrutta dalla guerra. Gli immobili di proprietà statale (caserme, vecchie scuole) sono di una quantità tale da rispondere velocemente ad una parte importante del problema, senza consumo di territorio e consentendo un rilancio dei centri storici. In passato a Fano con palazzo Fabbri, palazzo Boccaccio, l’ex scuola marittima, palazzo Baldelli si è dato un respiro di ’umanità popolare’, affermando così che i centri storici sono abitabili da tutti e non solo dai ricchi. Il centro non può essere un immenso e desertificato museo. Solo dalla palazzina comando (3mila mq divisi per 70mq ad appartamento) si ricaverebbero 43 appartamenti. Caserma più il Vittorio Colonna, lasciando spazi per una Ras, potrebbero dimezzare il fabbisogno di case a Fano, viste le 300 domande per l’ultimo bando di edilizia pubblica. Se non ricordo male l’affitto medio di una casa di edilizia pubblica sovvenzionata (case popolari) è di 100 euro mensili e la convivenza risulta positiva, non paragonabile alle case popolari delle periferie, grazie alla funzione educante degli edifici storici e del contesto urbano. Ecco, a mio modesto parere, tutto questo potrebbe essere considerato una grande finalità sociale".

Silvano Clappis