REDAZIONE PESARO

Diabete, i dispositivi non arrivano: "Ritardi e disagi per noi malati"

La denuncia: "Con i microinfusori possiamo avere una vita normale. Dove sono?"

La denuncia: "Con i microinfusori possiamo avere una vita normale. Dove sono?"

La denuncia: "Con i microinfusori possiamo avere una vita normale. Dove sono?"

"Per chi ha il diabete di tipo 1 liberarsi delle iniezioni di insulina vuol dire avere una vita normale. Ma questo a Pesaro non sembra possibile". A denunciarlo è Francesca Mancino (foto), 36 anni, di Pesaro. E’ affetta da diabete e come tanti nella sua condizione si cura con un microinfusore, un dispositivo che consente l’infusione continua, 24 ore su 24, di insulina nel tessuto sottocutaneo. In pratica fa tutto lui: legge il livello di glicemia tramite un sensore e in base a quello somministra l’insulina. E il malato può dire addio ad aghi e orari. Quello che deve fare il diabetico, nel suo caso ogni tre mesi, è ritirare al servizio farmaceutico dell’Ast in via Alfano, un set di serbatoi, cannule e sensori. Che però, per un motivo o per un altro, non ci sono mai.

"I disagi sono iniziati dopo il Covid e la situazione non è più tornata alla normalità" spiega Francesca. "Per noi diabetici che abbiamo in corpo il microinfusore, c’è la necessità, all’incirca ogni tre mesi, di disporre di un set di dispositivi che arrivano alla farmacia di via Alfano, e che noi andiamo a ritirare. Il problema è che non ci sono mai: o mancano, o non sono arrivati, o tardano di una settimana o più. Questo comporta molti disagi per i malati come me".

Francesca parla per esperienza personale: "Ho fatto il piano terapeutico a novembre. Siamo a gennaio e il materiale non è ancora arrivato. Mi dicono che devo aspettare un’altra settimana. Ma non si tratta di un disguido isolato, è sempre così". Francesca ha provato a capire dove stia l’intoppo ma la ricostruzione è al limite del paradosso: "Pare che ci sia un difetto di comunicazione tra Pesaro, che dovrebbe chiedere il materiale, e Fano che dovrebbe renderlo disponibile ma che a quanto pare non riceve indicazioni. Nel mezzo ci siamo io e i malati come me". Secondo Francesca il suo problema riguarda tante persone, perché sarebbero "almeno un centinaio" nel distretto a fare i conti col diabete di tipo 1 e a contare su questi dispositivi.

In assenza di microinfusore (detta anche pompa di insulina) i malati sono costretti a ricorrere alle iniezioni, privandosi della libertà e della comodità di avere un sensore che comunica in tempo reale il valore della glicemia. "Per chi ha il diabete è un disagio grosso – spiega Francesca –. Il microinfusore ci permette di avere una vita normale, fare sport, vivere una dimensione sociale. So di un bambino che ha aspettato addirittura un mese: immaginate che disagio per lui". Il problema è che il dispositivo non può essere reperito altrove, magari privatamente. "Nemmeno la Diabetologia può fare niente – sottolinea Francesca –. Possiamo solo aspettare. Ma questo non va bene".

ben.i.