Farmacisti e vaccini: "Così evitiamo i rischi"

Astuti, consigliere dell’Ordine: "Dobbiamo fare un corso, poi c’è tutta la parte pratica". Il passaggio delicato del consenso informato

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I farmacisti tornano sui libri per diventare vaccinatori e coadiuvare i medici nella vaccinazione di massa contro il Covid19. È online il corso dell’Istituto Superiore di Sanità che ha l’obiettivo di abilitare i farmacisti alle inoculazioni a cui finora hanno aderito titolari e dipendenti di sessanta farmacie private nella nostra provincia, oltre alle nove Comunali.

Su quali temi si concentrerà, dottor Antonio Astuti?

"Si concentra principalmente sulle nozioni utili a conoscere e a far conoscere i vaccini anti Covi19 – risponde il consigliere dell’Ordine provinciale dei farmacisti, foto - Dalla descrizione tecnica e scientifica di tutti quelli attualmente in circolazione, per arrivare alla corretta comunicazione nei confronti del cittadino".

Perchè si è reso necessario?

"Il farmacista compie un lungo percorso universitario nello studio della chimica e dei diversi aspetti strettamente connessi all’effetto dei medicinali sul nostro organismo. Ma fino all’approvazione del decreto dello scorso 22 marzo non poteva eseguire atti prettamente medici riservati al laureati in medicina e in molti casi agli infermieri, ed è quindi logico che sia necessaria una adeguata preparazione"

Quali sono le richieste della Regione a questo proposito?

"Dai primi contatti, al di là degli aspetti teorici previsti dalla fase formativa omogenea in tutta Italia, la Regione Marche porrà molta attenzione sulla parte pratica abilitante all’inoculazione".

Si parla di un salto professionale e culturale per la categoria, perchè?

"Il farmacista, da quando si è manifestata l’epidemia, è diventata una figura sempre a disposizione della popolazione, che non hanno mai chiuso nemmeno nei momenti più difficili pur correndo dei rischi enormi. L’accordo nazionale sulle vaccinazioni è stato quindi il suggello di quanto abbiamo fatto in questi mesi".

La raccolta del consenso informato, lo scudo penale assicurato ai vaccinatori solo per l’inoculazione possono essere a suo avviso controproducenti per l’adesione dei colleghi?

"Quello del consenso informato è uno dei passaggi più delicati in quanto entra nella discrezionalità delle scelte individuali, ma il corso ne approfondisce molto bene i termini. E anche il decreto-legge 44 dello scorso 1 aprile ha previsto, all’articolo 3, una norma di garanzia a favore dei professionisti sanitari incaricati di somministrare il vaccino escludendone la punibilità in caso di omicidio e lesioni personali. Da questi punti di vista, quindi, esistono sia le possibilità di formarsi al meglio che di essere tutelati. Piuttosto, sarebbe importante risolvere aspetti importanti come quello della tipologia dei contratti di lavoro del personale laureato dipendente delle farmacie, visto che ad oggi si tratta di un contratto del commercio fermo al 2013"

C’è altro?

"Si, un aspetto che può costituire un vero deterrente all’adesione totale delle farmacie riguarda la logistica e la necessità di disporre di spazi adeguati, sia che si tratti di strutture estemporanee, tipo gazebo, o veri e propri locali da allestire. Ciò nonostante i farmacisti non mancheranno all’appuntamento per contribuire, se possibile ancora di più, a fare uscire il Paese dall’emergenza"

Simona Spagnoli