DAVIDE EUSEBI
Cronaca

Gioachino Rossini: il silenzio causato dalla gonorrea, non dalla depressione

Il professor Luciano Fonzi svela come la gonorrea abbia impedito a Rossini di comporre, non la depressione.

Gioacchino Rossini (1792 - 1868)

Gioacchino Rossini (1792 - 1868)

Gioachino Rossini non smise di scrivere opere per la depressione, ma per la gonorrea, terribile malattia di cui soffriva e che gli impedì di dedicare tempo ed energie al suo lavoro. È la tesi sostenuta e dimostrata dal professor Luciano Fonzi, già professore ordinario di anatomia umana alla facoltà di Medicina dell’università di Siena, delegato rettorale per la formazione post laurea e studioso di Rossini.

Lunedì alle 18 a palazzo Gradari il professor Fonzi presenterà il suo libro dedicato a questo tema, dal titolo “L’esistenza autentica di Gioachino Rossini tra verità ignorate e nascoste” (Metauro edizioni).

Professor Fonzi, in cosa consisteva questa malattia e in che modo ha impedito a Rossini di esprimersi ancora più?

"La gonorrea era una malattia venerea molto grave che implicava cure lunghe e impegnative a base di preparati la maggior parte dei quali contenenti mercurio, sostanza molto tossica: ma era questo l’unico rimedio efficace per questo problema e per altri che ricadevano su tutti gli apparati, specie nel sistema nervoso centrale".

Come veniva curato Rossini?

"Per frizione, con un unguento a base di ossido mercuriale molto velenoso, oppure con fumigazioni, ovvero respirava dosi di mercurio tramite vapore e anche ingerendone quantità contenute in pillole. O ancora con irrigazioni e iniezioni intrauretali: era cioè costretto a introdursi il catetere da solo nel pene per potere urinare. Anche la sua prima moglie Isabella Colbran era affetta da gonorrea e dovette applicare il catetere".

Quindi Rossini smise di scrivere perché debilitato?

"Esattamente. L’inizio del cosiddetto silenzio rossiniano coincide con il momento in cui la gonorrea manifesta i sintomi più gravi, per essere più espliciti Rossini non faceva più pipì. La mia ricerca dimostra come dal 1837 al 1868, data di morte, il periodo di silenzio rossiniano corrisponde a un aggravamento dello stato di salute di Rossini. L’anamnesi patologica e terapeutica relativa a quegli anni evidenzia difficoltà alla menzione, una infiammazione dell’uretra con secrezioni mucose, emorroidi, occlusione completa dell’uretra per cui Rossini doveva introdurre personalmente ogni giorno da solo il catetere, per urinare, per venti minuti. Una operazione molto dolorosa. Inoltre soffriva di altre patologie".

Quali?

"Aveva diarree profuse, inarrestabili, bronchiti croniche con difficoltà respiratorie, tutto conseguenza della terapia anti gonorrea. Fino alla fistola anorettale che ha causato la morte perché degenerata in tumore. A questo si aggiungano i viaggi che faceva in carrozza attraverso le Alpi per potersi dedicare alle necessarie cure termali a bagno di Lucca, Montecatini oppure per recarsi dal suo urologo a Parigi. Viaggi disastrosi, che mettevano a dura prova la sua già malferma salute: basti pensare che per andare a Parigi ci voleva un mese, un viaggio per strade disconnesse, non certo l’ideale per chi soffriva di disturbi all’apparato urogenitale come lui. Il suo amico Aguado è morto per attraversare le Alpi".

Perché andava alle terme?

"La profilassi della gonorrea era la pulizia del pene con acqua e a Pesaro fino al 1911 l’acqua veniva da Novilara e attraverso un condotto arrivava fino alla Pescheria. Gli acquaioli riempivano le botti e le portavano a casa di chi le richiedeva, anche di Rossini quando era in città. Detergere le parti intime con questa acqua non era il massimo. Le cure dunque permettevano la detersione e poi l’acqua ammorbiva la cute e favoriva l’assorbimento del mercurio".

La depressione non centra nulla?

"No, se Rossini ha sofferto di depressione essa è da considerarsi secondaria rispetto al lungo silenzio rossiniano. Certo, Rossini era triste e preoccupato ma la prima causa dell’interruzione del suo lavoro è stata la malattia. Come poteva comporre un’opera in questo stato? Elaborare spartiti era impresa enorme, la sua creatività è svanita quindi dal 1837 al 1868".

Come ha contratto la gonorrea?

"La gonorrea è una malattia venerea simile alla sifilide, evidentemente Rossini è stato con una prostituta e si è infettato. Questo è sicuro, lo dicono i documenti".

Su quali fonti verte la sua ricerca?

"Sull’epistolario rossiniano che ho ampiamente visionato e poi su trattati coevi del diciottesimo e diciannovesimo secolo che ho acquistato e dove ho trovato notizie anche inedite. Inoltre mi sono basato sulle risultanze del referto di un medico bolognese da cui Rossini era stato visitato e che parla chiaramente di gonorrea. E purtroppo allora gli antibiotici non esistevano".

Da cosa nasce la sua passione per Rossini?

"Sono sempre stato appassionato di Rossini e quando mi sono trasferito a Pesaro nel 2012 ho approfondito i miei studi. Da anni sta lavorando a questo libro e sono arrivato a una chiara conclusione: essere in quelle condizioni ti portava a subire terapie dolorose che impegnavano il malato tutto il giorno. Rossini scrisse poi opere minori ma liriche non teatrali. L’ultima fu il Guglielmo Tell nel 1829".

Chi parteciperà alla presentazione del libro del professor Fonzi di lunedì alle 18 a palazzo Gradari scoprirà altri aspetti inediti o meno conosciuti della vita del grande compositore.