
Il mondo visto da Giuseppe Ballarini. La pittura racconta la vita degli altri
Giuseppe Ballarini (1926 - 2020) è un pittore certamente nel cuore di generazioni di pesaresi. Con molta discrezione è entrato con le sue opere nelle case quando ovunque imperversava l’astrattismo. Oggi per ricordare e parlare di Ballarini è una giornata speciale perché alle ore 18,15 nel giardino di san Francesco (all’interno del borgo murato di Candelara) sarà inaugurata la mostra monografica dal titolo “Cento finestre”. Promossa dalla Pro Loco di Candelara e dall’Accademia Aiia, vedrà la presenza dello storico Nando Cecini, che ricorderà la sua amicizia con il pittore.
Nell’anno di Pesaro Capitale della Cultura quella che si propone è una mostra retrospettiva dedicata a un autore che per tanti anni ha dipinto nella solitudine, in maniera quasi “furtiva“ nella soffitta della sua casa trasformata in bottega. La sua prima mostra nel 1971, arrivò dopo anni di pittura ma passò inosservata a Pesaro e non portò alla vendita di alcun quadro. Durante la seconda mostra Ballarini conobbe il grande artista pesarese Alessandro Gallucci e strinse con lui una proficua amicizia. L’affermazione nella sua città natale arriverà solo con la mostra del 1974, dopo il successo delle esposizioni tenute a Bologna ed a Roma.
Gallucci dedica pagine immemorabili al suo amico Pino: "la sua dote predominante è la sobrietà sia disegnatoria che pittorica, quale si addice ad uno spirito prevalentemente drammatico, anche se qualche volta ti sorprende con genuini accenti di tenerezza, quando il colore si fa delicatissimo".
Nella Sala del Capitano, saranno esposti i suoi paesaggi rurali ed alcuni dei suoi amati borghi, infatti l’autore amava molto le nostre campagne, che conosceva bene essendo di professione agrimensore. Viveva la campagna, ne conosceva la bellezza, la struttura geometrica ed i cambiamenti dovuti agli eventi meteorologici. Ma nei suoi quadri c’è spazio anche per le marine, con i capanni e le barche.
Amava molto anche la figura: memorabili sono le rappresentazioni delle donne di spalle, della donna che sorseggia un thè o dei suonatori di violino (in mostra quello con gabbiano). Ancora, scorci di borghi non riconoscibili ma che sono quelli del nostro territorio, con alle finestre panni stesi, foglie girovaghe o piccole nature morte create da casi fortuiti. Nella Sala dell’orologio sarà invece protagonista la pittura più intimistica di Ballarini, quella dei ritratti, nei quali egli esprime tutta la sua visione sentimentale nel ritrarre i membri della sua famiglia. In mostra anche alcuni quadri del primo periodo, dove ritrae il ciclista o il giocatore di bocce. Di lui scrisse lo scrittore e giornalista Valerio Volpini: "I suoi quadri sono quasi sempre pagine aperte sull’uomo". Ballarini è riuscito a cogliere nei suoi quadri il dramma della società in cui è vissuto, che era in trasformazione, e le contraddizioni ed i contrasti dell’umanità.
Orari: venerdì, sabato e domenica ore 21-23. Aperture straordinarie contattando il curatore Lorenzo Fattori.