Israele riapre le porte all’ex pugile Magi "La svolta dopo la denuncia sul Carlino"

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"La prima cosa che farò una volta arrivato a Tel Aviv è riabbracciare mia moglie. In questi cinque lunghi mesi di separazione si è battuta come un leone per farmi rientrare in famiglia. Una volta tanto, almeno in questa occasione, la burocrazia è stata messa da parte per far prevalere il buon senso". L’olimpionico di pugilato Andrea Magi potrà tornare in Israele dopo mesi di lontananza a causa del mancato rinnovo del visto permanente che avrebbe dovuto formalizzare a giugno, ma che è saltato per le limitazioni legate al Covid. "Dopo l’articolo pubblicato dal Carlino mi ha chiamato l’ambasciata israeliana di Roma – racconta Magi – e, subito dopo, anche l’ambasciatore e i console italiani a Tel Aviv e a Gerusalemme. Tutti hanno compreso il situazione kafkiana che stavo vivendo a causa di un’assurda procedura burocratica che mi impediva di tornare a Tel Aviv e si sono dati da fare per risolvere il problema il prima possibile. Ho già in tasca l’appuntamento con l’ufficio immigrazione e sabato tornerò dalla mia famiglia". Magi avrà il visto permanente di cui ho diritto abitando stabilmente lì da tre anni e avendo moglie e quattro figli con la cittadinanza israeliana. "A causa della pandemia mi hanno impedito di presentarmi per ottenere il permesso a giugno, malgrado fossi disponibile a sottopormi al tampone e alla quarantena pur di avere la possibilità di mettermi in regola. Ma mentre due dei miei quattro figli che hanno il passaporto israeliano sono potuti rientrare, a me questa possibilità è stata negata perché ho il passaporto italiano. Una vera e propria discriminazione. Come se il virus facesse distinzioni tra una nazionalità e l’altra". Israele sta affrontando la pandemia con una disciplina quasi militare. "Sono molto rigidi nelle restrizioni che vengono osservate da tutti con molto scrupolo, è difficile vedere qualcuno senza mascherina nei locali. – racconta l’ex olimpionico - Seguendo le regole sono riusciti a limitare molto i contagi e da marzo hanno avuto 430 decessi in tutto il paese. Però questa rigidità non va bene se ha l’effetto di separare una famiglia per mesi e mesi. Non credo che ci sia un altro paese al mondo così fiscale riguardo a questo problema". Magi ha aperto un ristorante nella città israeliana che in queste settimane si presenta abbastanza spenta perché bar e discoteche sono chiusi. " Io sono ottimista – conclude Magi - la prima fase epidemica ci ha insegnato molte cose e credo che potremo affrontare l’inverno con meno preoccupazioni di prima".

si. spa.