ALESSANDRO MAZZANTI
Cronaca

Rissa Marotta, i carabinieri: "Camicie schizzate di sangue, ma non hanno perso freddezza"

Dal comandante provinciale dell’Arma parole di lode per i due militari che hanno fronteggiato la folla scatenata: "Bravi a non tirare fuori la pistola, eppure erano circondati da gente armata di spranghe e mazze"

Uno dei frame del video dell’alba di delirio a Marotta; a destra il comandante Ricciardi

Uno dei frame del video dell’alba di delirio a Marotta; a destra il comandante Ricciardi

Marotta, 9 agosto 2021 - Arriva la chiamata e tocca a te, ci devi andare. Sono le sei del mattino, ti chiamano quelli del 118 di Marotta, che ti dicono subito che lì, nel parcheggio del ’Miu’, la discoteca in cui si è scatenata la maxi rissa e le coltellate sabato all’alba, la situazione è tesissima, perche quando gli operatori sono arrivati per soccorrere l’accoltellato sono stati aggrediti anche loro.

 

I due carabinieri del Nucleo Radiomobile di Fano arrivano sul posto. Il loro turno finisce alle 7 del mattino. E’ finito invece alle 5 quello dei colleghi di Mondolfo, che hanno smontato ma si precipitano lo stesso, una volta avvertiti, per aiutare i due colleghi fanesi in difficoltà davanti all’onda traboccante di quelli che vogliono farsi giustizia da soli. I due del Radiomobile di Fano sono un vicebrigadiere, il più giovane, e un appuntato. Arrivano per primi, e sono loro che finiscono in ospedale, a vicenda conclusa. Feriti, anche se non gravi. Ma quello che conta, è che non hanno perso la calma in una situazione esplosiva, documentata ieri sui video diventati virali sui social di tutta al provincia.

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Il colonnello Luciano Ricciardi, comandante provinciale dell’Arma, li ha raggiunti l’altro ieri mattina all’uscita del pronto soccorso di Fano, da dove sono stati dimessi poco dopo. "Ci voleva equilibrio e grande equilibrio hanno avuto – aggiunge il colonnello – . Sono due militari esemplari. In due hanno dovuto affrontare una folla tra cui c’erano persone armate di mazze da baseball e spranghe. Certo che fa impressione vederli nei video accerchiati, vedere le camice azzurre schizzate di sangue. Noi il sangue per i cittadini l’abbiamo sempre dato, ed è successo anche a Marotta. Sono stati bravi a non tirare fuori la pistola".

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I due carabinieri, quasi subito, vedendo il delirio che li circonda, premono il bottone in dotazione sulle ’gazzelle’ che segnala all’operatore della Centrale operativa che quella pattuglia, in quel punto localizzato tramite un Gps, ha bisogno di rinforzi. Arrivano oltre ai due di Mondolfo anche i carabinieri di Senigallia, e una pattuglia della Polizia Stradale. Solo che i primi uomini in divisa sono sul posto dopo circa 15 minuti. "Interminabili", li definisce il colonnello Ricciardi. Sono i minuti in cui il peggio poteva accadere e non accade. I cui i due militari subiscono anche le umiliazioni. La voce di uno che esorta un militare: "Tira fuori la pistola, dai ".

Un altro: "Ehi, lei che mestiere fa, poliziotto, carabiniere...". Tutto questo perchè si vedono i senegalesi che stanno inseguendo e (una volta raggiunto) picchiando selvaggiamente un bianco, che a un certo punto si fa scudo proprio del militare più giovane del Radiomobile perchè teme di essere linciato. "Lo ammazzano, lo ammazzano". I carabinieri la pistola non la tirano fuori, neanche per sparare in aria. Sopportano le botte, i danni all’auto di servizio e tutto il resto, finché alla fine grazie all’aiuto anche degli altri militari arrestano quattro persone. L’unico ferito grave è il giovane accoltellato. Poi ci sono gli altri bianchi picchiati. Ma poteva andare molto peggio.