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Metalmeccanici. Lo sciopero stavolta ’punta’ alla Rivacold

I metalmeccanici incrociano le braccia. Mercoledì prossimo per 8 ore. E in provincia non sono pochi i lavoratori del settore,...

I metalmeccanici incrociano le braccia. Mercoledì prossimo per 8 ore. E in provincia non sono pochi i lavoratori del settore, perché sono circa 13mila. Lo sciopero è legato al rinnovo del contratto di lavoro: la richiesta è 280 euro di aumenti da spalmarsi in tre anni ed anche la riduzione degli orari portandoli dalle 40 ore attuali a 35, cosa questa "che ci porterebbe su standard europei ma così facendo si aumenta l’ottimizzazione della produzione ed aumenta anche la reddività. Non solo questo: con questi aumenti si torna a dare un po’ di soldi in tasca ai dipendenti, aumentando i consumi perché i costi della vita sono aumentati e le bollette sono sempre più care", dice Paolo Rossini della Uil.

Una situazione articolata quella del settore perché hanno rinnovato il contratto gli artigiani, Confapi ha trattative in corso così come i dipendenti legati alle cooperative. E’ un muro contro muro invece con Federmeccanica che fa parte di Confindustria. ma la cosa particolare di questa giornata di sciopero in provincia è che le bandiere sindacali non sventoleranno davanti alla sede di Confindustria nella piazzetta davanti a palazzo Ciacchi, ma davanti ad un’azienda di Montecchio. Il presidio si terrà davanti al gruppo Vag che incorpora la Rivacold e la Vitrifrigo che fa capo proprio alla famiglia Vitri. Questa decisione, dicono Mauri Masci della Cisl, Marco Pazzaglini della Cgil e Paolo Rossini della Uil "è stata presa perché la Rivacold di Vallefoglia che conta più di 1500 dipendenti e che, nonostante le numerose richieste fatte dalle organizzazioni sindacali negli anni di aprire una trattativa per un premio di risultato, visti i bilanci sempre in crescita ed il presitigio che ricopre a livello internazionale, rappresenta in pieno quella parte del tessuto industriale e imprenditoriale della provincia pesarese che ha scelto di non fare crescere i propri dipendenti, non incentivandoli, limitando al minimo indispensabile le relazioni sindacali".

Non è la prima volta che i sindacati vanno all’attacco della Rivacold e della Vitrifrigo di Montecchio perché la ruggine tra le parti sociali si è sedimentata negli anni. Va detto che il gruppo Vitri è uno dei pochi che non è in difficoltà perché ha cessato la cassa integrazione.