Renata Tebaldi, tra arsenico e vecchi merletti Gaffe pesaresi e strano rapporto coi parenti

Deve molto a Pesaro Renata Tebaldi (1922-2004). E non solo i natali. Deve l’inizio della sua carriera grazie a Carmen Melis, insegnante del Conservatorio, che la fece debuttare a Rovigo. Da lì, subito dopo, il salto alla Scala sotto la direzione di Arturo Toscanini. Pesaro è stata una parte importante della sua vita, a partire dai suoi parenti, gli Alberini ed anche i Tebaldi. Ma la sua fondazione è stata fatta a San Marino dove ha vissuto gli ultimi tre anni della sua esistenza mentre il museo Renata Tebaldi è a Busseto, Parma, la città di Giuseppe Verdi. Radici tagliate per quale motivo? Qual è stato il punto di rottura? Domande che molti si stanno ponendo in questi giorni dove la città ricorda con una serie di concerti, esposizioni, questa donna che ha segnato un’epoca nel mondo della lirica. Solo due prime donne, diverse, ma solo lei e la Callas. In una bella intervista rilasciata ad Elio Giuliani qualche anno prima della morte, la Tebaldi ricorda il suo vissuto pesarese. E ricorda anche l’inaugurazione del teatro Rossini nel 1980: lei pesarese e celebre, accolta come una qualunque, senza una poltrona assegnata, e sul palco a cantare per l’inaugurazione c’era Luciano Pavarotti. Modenese. Una storia un po’ maldestra? "Io l’ho incontrata qualche anno dopo, sempre a teatro ed è stata ricevuta con tutti gli onori e fu una grande festa. Non ha mai lasciato trasperire nulla – racconta Gianfranco Mariotti, il deux ex machina della lirica pesarese –. Ma questa possibilità legata all’inaugurazione del Rossini non mi sento di escluderla. Potrebbe anche essere". Nel 1980 Renata Tebaldi non calcava più le scene, le aveva lasciate nel 1976, dopo un memorabile concerto alla Scala di Milano in favore dei terremotati del Friuli. Ma di questa festa che ricorda Mariotti lei non parla. Sempre al microfono di Elio Giuliani ricorda invece che "l’ultima volta che sono venuta a Pesaro è stato per il funerale di Mario Del Monaco che per me era come un fratello". Anche lui allievo del Conservatorio, non pesarese, ma che si fa seppellire al cimitero centrale. Era il 1982. Quando iniziò a decollare come grande cantante lirica, la Tebaldi non diceva di essere nata a Pesaro ma a Langhirano (il paese della madre, ndr) oppure a Milano. Ricorda Renata Alberini, dell’omonima pasticceria del Corso: "Molti anni fa fece chiamare dalla sua tata perché voleva sapere in quale chiesa era stata battezzata e mia mamma fece il giro di tutte le parrocchie fino ad arrivare a Sant’Agostino. Mai una telefonata, mai un ringraziamento". E proprio dagli Alberini le venne presentata alla mamma della Tebaldi la professoressa Melis del Conservatorio, che era una loro cliente. La svolta per questa ragazza che aveva iniziato a studiare al conservatorio di Parma. "Mamma chiama la zia (Gianna Tebaldi, ndr) che ha una casa grande, che torniamo ad abitare a Pesaro ed io vado al Conservatorio dalla Melis", racconta sempre a Giuliani Renata Tebaldi che abitò per anni in via Perticari. Un ritorno perché prima c’era stata la partenza da Pesaro dopo la separazione dei genitori: "Torniamo a vivere a Langhirano, mi disse mia madre, perché qui ci sono solo i parenti di tuo padre...". Pesca nella memoria le cose belle di Pesaro Renata Tebaldi "perché il primo saggio l’ho fatto accompagnata al piano dall’allora direttore Riccardo Zandonai. Ed ho sempre voluto cantare nella ‘Francesca da Rimini’, ma per una ragione o per un’altra non ci sono mai riuscita". Così come ricorda i tre anni passati a Cartoceto, come sfollata nel periodo bellico. Su altre cose sorvola. "Quando abitava a New York – continua Renata Alberini – e tornava in Italia, andava a Rimini e soggiornava al Grand Hotel. Andava a trovare mia zia Lidia, donna molto bella e raffinata che aveva sposato un medico benestante di Rimini e che aveva una casa grande come un quartiere. Fra l’altro mia zia Lidia suonava anche il piano. E fu proprio il ramo riminese assieme ad altre persone che istituì la Fondazione Renata Tebaldi a San Marino dopo la sua morte". Il ramo ricco e borghese della famiglia, che poco aveva a che fare con gelaterie e pasticcerie. Nessuno lo dice chiaramente, ma traspare. Quindi una storia con risvolti anche un po’ snob, come quella di Alberto Sordi con i parenti pesaresi, i Righetti, mai considerati fatta eccezione per il senatore Giuseppe? Oppure un caso di lesa maestà come quello accaduto per l’inaugurazione del teatro Rossini nel 1980? Nessuno ci vuol mettere la firma sopra ma più sospetti fanno una prova. Ma sicuramente questa grande cantante lirica, che oggi viene celebrata per i 100 anni dalla nascita, dalla città ha avuto molto, e non solo i natali, ma sicuramente è una Pesaro che non ha mai amato fino in fondo. Forse è tempo che il Conservatorio Rossini faccia una specie di famedio ed accanto alla statua del Cigno, ci metta un po’ della sua nobiltà: Mascagni, Zandonai, Abbado, Del Monaco, tanto per citare i primi che vengono in mente, ed anche Renata Tebaldi. Una riconciliazione post mortem. Maurizio Gennari

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"All’inaugurazione del teatro Rossini non avevo nemmeno una poltrona". Poi la storia del battesimo raccontata da una cugina