"Se qualcuno in questa vicenda avesse eventualmente sbagliato ne risponderà personalmente e noi ci costituiremo parte lesa". Usa il condizionale e un avverbio di cinque sillabe, l’ex sindaco ora eurodeputato Matteo Ricci, per esprimere quanto, secondo lui, sia remota la possibilità che le indagini per corruzione e falso su Affidopoli portino a individuare un "regista". Matteo Ricci esce allo scoperto con una sua dichiarazione all’indomani dell’iscrizione, nel registro degli indagati, del nome del suo braccio destro e cioè l’ex capo di gabinetto Franco Arceci, con l’accusa di concorso in corruzione. L’altro iscritto di cui si è avuta notizia lunedì scorso è il dirigente Eros Giraldi, con l’accusa di falso. Stesso reato è stato contestato anche al funzionario Loris Pascucci. In tutto gli indagati sono 5 e si aggiungono ai nomi di Massimiliano Santini, uomo di fiducia di Matteo Ricci assunto in base all’art. 90 del Tuel. L’altro indagato per concorso in corruzione è Stefano Esposto, amico e alleato di Santini e presidente delle associazioni Opera Maestra e Stella Polare. A tutti e 5 gli indagati è stata notificata la nomina del consulente tecnico. Il prossimo 5 novembre la procura conferirà infatti l’incarico al ctu Gianfranco Del Prete che si occuperà degli accertamenti tecnici non ripetibili con le garanzie di legge. "La giunta comunale uscente – prosegue Ricci - non si è mai occupata di affidamenti o appalti. Ci siamo sempre fidati dei collaboratori e dirigenti che, fino a prova contraria, hanno sempre fatto un ottimo lavoro". Matteo Ricci esprime solidarietà ma mette le mani avanti "fino a prova contraria". "Tre ottimi funzionari comunali – continua Ricci senza specificare perché non quattro visto che anche Santini era assunto come dipendente del Comune -, seri e onesti, che sono sicurissimo dimostreranno la correttezza dei loro atti e la loro estraneità". E continua, senza lesinare gli avverbi. "Va quindi assolutamente confermata la piena fiducia sul lavoro della magistratura, sperando che l’indagine arrivi velocemente a fare chiarezza".
Ma la fiducia nei confronti di Arceci e Santini, Matteo Ricci, l’aveva dimostrata già dal 2019. E’ del 29 luglio di quell’anno, infatti, un post di Ricci in cui presentava la sua squadra. "La legge prevede che il sindaco possa scegliere alcune persone del suo staff di lavoro per il mandato amministrativo – scriveva Ricci -. Senza spendere un euro in più del precedente mandato, e seguendo le procedure previste dalla legge art. 90 Tuel, ho deciso di confermare Franco Arceci come capo di gabinetto e Massimiliano Santini come coordinatore degli eventi e dei social del Comune. Nel caso di Massi Santini mi dispiace che si debba dimettere dal consiglio comunale per incompatibilità, ma ho bisogno di una figura dinamica come lui a tempo pieno. Aiutandomi costantemente in staff porterà avanti comunque le istanze per le quali tanti cittadini lo hanno votato". Il carattere fiduciario dell’incarico a Santini è stato segnalato anche dalla coordinatrice di Fratelli d’Italia Serena Boresta. "Santini non era un dipendente comunale qualunque, era assunto ai sensi dell’art. 90 del Tuel, ovvero era l’uomo di fiducia del sindaco Ricci".