"Test sierologico? Certo che sì Sento il dovere di fare prevenzione"

Tatiana Olivieri, professoressa di Italiano all’Agrario Cecchi, spiega le ragioni della sua scelta: . "E’ rapido, e credo sia giusto: se fosse stato il caso, mi sarei sottoposta anche prima della Maturità".

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"Il test sierologico è semplice, indolore e non presenta controindicazioni: nel giro di pochi minuti si potrà sapere se si hanno anticorpi al Covid 19. Qualora evidenziasse la necessità di fare il tampone, avrei modo di seguire una procedura che in breve mi metterebbe nelle condizioni di tutelare me e chi ho vicino. Perché non dovrei farlo?".

Tatiana Olivieri, insegnante di italiano all’Istituto agrario Cecchi è tra i docenti pronti a sottoporsi al test sanitario volontario. Come si organizzerà?

"Ha senso farlo prima di rientrare a scuola, quindi ho chiamato il mio medico di famiglia per un orientamento. Mi ha fatto l’impegnativa per rivolgermi ad un laboratorio convenzionato". Quando lo farà?

"Dal primo settembre si rientra in servizio, ma io potrei farlo anche prima per essere pronta qualora dovessi partecipare a riunioni per l’avvio dell’anno scolastico. E’ da mettere in conto poi che ci sono i recuperi per i ragazzi. Insomma già questa settimana conto di farlo".

Cosa ne pensano gli altri suoi colleghi?

"C’è chi la pensa come me, ma anche chi è molto diffidente. Non saranno la maggioranza, ma ci sarà pure chi il test non lo farà"

Come se lo spiega?

"E’ rimasta l’idea delle complicazioni: non tutti credono che il tampone, se serve, i sanitari poi lo facciano e diano l’esito in due giorni o tre. Credo cheresti l’idea del passato, quando fare il tampone è stata un’odissea. Resta l’incertezza riguardo la possibilità che scatti il periodo di quarantena".

Perché per lei non è un problema?

"Ho amici tornati dalla Grecia e in sei ore dal tampone hanno avuto il risultato. Per cui credo che le stime dei due giorni o tre per avere l’esito siano oggi credibili. Credo che sia il sierologico che il tampone siano effettivamente rapidi".

E riguardo il fatto che i test mantengano comunque un margine di errore?

"La facilità di accesso ai test è di per sé la ragione per cui ritengo sostenibile sottopormi sia al sierologico che al tampone. Se uno non è convinto, si può sempre rifarlo privatamente. E gli attuali test credo siano più efficaci dei primi, tra marzo e giugno. Se le condizioni fossero state quelle di oggi, il sierologico l’avrei fatto anche prima degli esami di maturità".

Quindi la ritiene una indagine giusta?

"Assolutamente sì, la ritengo una opportunità. Permette a me di conoscere il livello di contatto che ho avuto con il virus: potrei non averne avuto nessuno o essere stata asintomatica. Avere una visione d’insieme dei dati generali, poi credo sia utile al sistema sanitario nazionale nell’apprendere caratteristiche relative al fenomeno. Insomma se partecipando tutti al test possiamo contribuire a migliorare i modelli sanitari legati alla prevenzione credo che per certi versi sia anche doveroso farlo". Solidea Vitali Rosati