Coronavirus Pesaro Urbino, Elvezio Sgaggi morto. "Per i soccorritori era solo febbre"

Il ricovero e la morte: addio al falegname di Borgo Massano

Elvezio Sgaggi, anche lui senza scampo

Elvezio Sgaggi, anche lui senza scampo

Urbino, 7 aprile 2020 - Se n’è andato, vittima del Coronavirus, anche Elvezio Sgaggi, 72 anni, falegname in pensione, persona conosciuta e stimata in tutto il paese di Borgo Massano. "Ci hanno telefonato da Senigallia dei medici, gentilissimi – racconta il nipote Mirko Cesarini, meglio noto come dj Ciulli –. Ci hanno dato la brutta notizia che mio zio, intubato per 7 giorni, era deceduto. Se n’è andata una persona buona, onesta, ben vista da tutti. Il suo è stato un calvario, durato un mese, iniziato con una operazione programmata all’ospedale di Pesaro. E’ stato ricoverato in ospedale solo il 24 marzo, dopo dieci giorni di febbre altalenante. Il 20 è arrivata l’ambulanza, l’hanno visitato, ma per chi è intervenuto non era Covid 19 e non gli hanno fatto il tampone. Per loro era febbre: ci è stato detto che bisognava continuare a curarlo con l’antibiotico. Il 24 era talmente debilitato che non stava in piedi. L’ambulanza, chiamata da noi una seconda volta, l’ha portato in ospedale e gli hanno fatto il tampone. Da lì il ricovero a Senigallia. Prima che lo intubassero ci abbiamo parlato per telefono: il 28, sabato mattina, è stata l’ultima volta che l’abbiamo sentito. Forse se gli avessero fatto prima il tampone magari non sarebbe arrivato in ospedale a Urbino in condizioni così critiche. Forse oggi sarebbe ancora tra noi. Nessuno credo mi toglierà più questo dubbio. E’ chiaro per gli ospedali non è facile. Questa situazione non è semplice per nessuno, operatori sanitari inclusi. Dentro ho una grande rabbia, ma capisco le circostanze straordinarie".

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Cesarini guarda avanti stringendosi ai familiari più intimi. Domani verrà tumulato nel cimitero di San Giorgio. Purtroppo la pandemia non permetterà nessun rito funebre. "Saremo pochi di noi, alcuni familiari per ascoltare la preghiera di don Daniele fuori dal cimitero – conferma Ciulli –, ma prima il carro funebre passerà in via Nenni davanti al portone di casa perché la moglie Malika, in quarantena, possa fargli un gesto di saluto. Sono convinto che dai balconi tutti coloro che gli volevano bene si affacceranno. Ringrazio quanti in questi giorni ci hanno sostenuto con telefonate per aggiornarsi sul suo stato di salute".

Parole molto affettuose sono state dedicate a ‘Sgaggiulin’ dall’altro nipote, Marcello Sgaggi. Queste parole forse don Daniele potrà leggerle prima della tumulazione. "Voglio citare una frase di Papa Francesco – ha annotato Marcello – i nostri cari sono scomparsi nel buio del nulla, la speranza ci assicura che essi sono nelle mani buone e forti di Dio. L’amore è più forte della morte. Ciao zio, ci mancherai tanto... Veglia su tutti noi con la tua simpatia".