PoliticaRenzi lascia il Pd, Ricci: "Un errore enorme"

Renzi lascia il Pd, Ricci: "Un errore enorme"

Il primo cittadino: "I sindaci rimarranno tutti nel Pd". Il governatore Ceriscioli: "Non era il momento giusto per questo passaggio"

Matteo Ricci, sindaco di Pesaro (Fotoprint)

Matteo Ricci, sindaco di Pesaro (Fotoprint)

Pesaro, 17 settembre 2019 -  "Un errore enorme la scissione di Renzi. Non credo nei partiti personali e le divisioni portano sempre male. I sindaci popolari aggregano, non dividono. Per questo credo rimarremo tutti nel Partito Democratico che, a maggior ragione, vogliamo riformista e maggioritario (non il PDS)". Lo ha scritto su Twitter e su Facebook Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, rilanciando l'hashtag "io sto nel Pd".

Dopo l'ufficializzazione dell'addio ai dem, Renzi oggi ha scritto sul suo profilo Fb le ragioni della sua scelta: "Ho deciso di lasciare il Pd e di costruire insieme ad altri una Casa nuova per fare politica in modo diverso. Dopo sette anni di fuoco amico penso si debba prendere atto che i nostri valori, le nostre idee, i nostri sogni non possono essere tutti i giorni oggetto di litigi interni". 

Anche il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli (Pd) intervinete sull'addio al partito di Renzi: "Io sono tra coloro che fino all'ultimo ha espresso l'opinione che non era certo il momento giusto per un passaggio del genere, in forza delle scelte fatte poche settimane fa con l'impegno di Zingaretti a tenere il Pd coeso di una scelta molto complicata, di grande responsabilità».

"Mi sembra veramente una grande contraddizione aprire oggi questo passaggio. Lo ritengo un errore, spero sempre, dato che la sinistra in generale, il centrosinistra è abituato ad avere queste uscite, queste scissioni, ci possa essere un momento in cui la riflessione porti ad altro". Ceriscioli è convinto che «siamo chiamati ad una responsabilità grandissima in un Paese che dopo un anno di fermo aveva bisogno di una forza politica responsabile che spingesse per lavorare i fondamentali, l'occupazione, l'economia, rimettere in moto la macchina del Paese. Spero che questa scelta (di Renzi, ndr.) non vada presto a confliggere con le grandi responsabilità che ci siamo assunti».

Quanto a possibili ricadute sul territorio, «è chiaro che quello che non aiuta a Roma non aiuta nelle Marche, avremmo preferito anche qui un Pd unito e coeso. Ora vediamo che cosa comporterà in termini concreti, chi aderirà, quale parte del gruppo dirigente e della comunità seguirà questa avventura, noi speriamo che sia una parte minima». In ogni caso, Ceriscioli auspica che «chi fa questa scelta anche su scala locale raccolga l'impegno importantissimo della scadenza da qui a un anno delle elezioni regionali» in un quadro di centro sinistra. Ma il governatore delle Marche ricorda anche «i nuovi assetti che si stanno profilando di possibili rapporti e alleanze con M5s». E in questo caso, insiste, chi esce ricordi anche «la grande responsabilità di continuare nel governo di questa Regione, di portare avanti un lavoro importante che vorremmo poter fare tutti assieme».