Emilia Romagna, Bonaccini fa appello ai sindaci "Cambiamo vita e orari delle nostre città"

Il governatore, presentando il suo programma di mandato in Assemblea legislativa, ha fissato le priorità: "Meno spostamenti e più smart working"

Stefano Bonaccini

Stefano Bonaccini

Bologna, 9 giugno 2020 - Stefano Bonaccini propone un patto coi sindaci dell'Emilia Romagna per cambiare gli orari delle città dopo l'emergenza coronavirus. Presentando il suo programma di mandato 2020-2025 questa mattina in Assemblea legislativa, il governatore non ha fissato per ora tempi precisi ("Vogliamo darci 12 mesi, sei?"), ma ha invitato esplicitamente i primi cittadini a ridiscutere i tempi di vita delle città, quindi orari di lavoro, trasporti e servizi, in maniera da ridurre, oltre ai rischi di contagi, anche l'inquinamento dell'aria. E poi investimenti sulla sanità, sulla scuola (con nidi gratuiti e accessibili a tutti), sulla crescita sostenibile, senza tralasciare il turismo e il tessuto economico e sociale. Ecco allora i principali punti del programma.

Leggi anche App Immuni al via in 4 regioni, guerra del download - "Attenti politici, il Covid ha cambiato tutto " - Piano Colao, ecco il Pdf. Il testo integrale

Un patto Regione-città

Un "patto Regione-citta'", lo definisce lo stesso Bonaccini "per decidere i nuovi orari". Occorre "vedere nello smart working una opportunità per trasferire meno persone e aumentare la produttività". Dunque "più attenzione alle aree lontane, come la montagna e il ferrarese, ma anche un ridisegno per ripensare la vita e gli orari della nostra comunità".

"Perderemo migliaia di posti di lavoro"

Da qui a fine anno "perderemo altre decine di migliaia di posti di lavoro" a causa della crisi legata all'emergenza covid. Ma "ce la faremo". A dirlo è il governatore dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che oggi ha illustrato le linee di mandato in Assemblea legislativa. "Vogliamo costruire un'Emilia-Romagna più forte e più giusta - afferma Bonaccini - che sappia recuperare i lavoro perduto. Credevamo di essere vicini al 4% di disoccupazione, invece dopo quello sforzo straordinario che ci portò a dimezzarla, oggi gli indicatori economici ci dicono che perderemo altre decine di migliaia di posti di lavoro da qui a fine anno". Per questo, afferma il presidente, "abbiamo bisogno di recuperare ogni posto di lavoro perduto, tutelare quelli in bilico, creare lavoro di qualità e ridare fiducia e speranza alla nostra gente".

Detta in altri termini, avverte Bonaccini, "ci servirà di tutto per farcela. Ma io sono sicuro che ce la faremo. Fu così dopo la guerra, è stato così dopo il terremoto e non c'e' ragione di credere che non sia così oggi e nei prossimi anni. Dipende da noi".

 

La scuola al primo posto

Scuola al primo posto, con nidi gratuiti e accessibili a tutti, diritto allo studio 100% e un piano pluriennale per l'edilizia scolastica. L'emergenza covid, sottolinea anche Bonaccini in un altro passaggio del suo discorso, "ci costringe a costruire una società nuova, non certo a tornare a quella vecchia. Servono più diritti e opportunità, non regressioni". In particolare, ribadisce il governatore, "dobbiamo avere la forza di rimettere la scuola al primo posto, perché il Paese non riparte senza la scuola. E lo stesso vale per i servizi zero-sei anni, per dare risposte alle famiglie e restituire ai più piccoli spazi di socialità. Non dobbiamo arretrare di un millimetro sul terremo della conciliazione", avverte Bonaccini. 

Crescita sostenibile

Fondamentale la crescita sostenibile (manifattura, internazionalizzazione, attrattività investimenti). Con l'ambiente al primo posto: azzeramento emissioni climalteranti entro il 2050, 100% energie rinnovabili entro il 2035, raccolta differenziata all'80%, strategia plastic free, 600 nuovi km di ciclabili.  Per il territorio è previsto un piano quinquennale prevenzione dissesto idrogeologico, raddoppio da 50 a 100 milioni di euro dei fondi per la cura del territorio, altri 600 cantieri per la difesa del suolo affidati già quest'anno per 100 milioni).

Trasporto pubblico gratis fino a 19 anni

Ttrasporto pubblico locale gratuito per i ragazzi fino a 19 anni (possibilità di estensione agli studenti universitari); turismo qualificato e sostenibile;

 

Guardia alta

La ripartenza "dovrà misurarsi con il virus e il rischio di una sua ricomparsa in autunno". Non nasconde le difficoltà Stefano Bonaccini, che sottolinea: la regione "sta pagando un prezzo proporzionalmente molto alto e continuerà a pagarlo". Non solo dal punto di vista sanitario, con le oltre 4.000 vittime del Covid-19. "Stiamo tutti imparando - sottolinea in proposito Bonaccini - i numeri sono confortanti ma la nostra attenzione deve rimanere alta. E' vero che sono crollati gli accessi ai Pronto soccorso, ma ci sono ancora vittime. Un sospiro di sollievo potremo tirarlo sono quando quel numero scenderà stabilmente a zero". Ma soprattutto l'epidemia e il lockdown, sottolinea il governatore, hanno scavato un solco profondo nel tessuto economico della Regione. E la "sofferenza sociale determinerà altre spinte, se non verrà affrontata".

Investimenti sulla Sanità

La pandemia di coronavirus però non cambia sostanzialmente, secondo Bonaccini, le priorità che erano state indicate prima del voto del 26 gennaio: "Rafforzare il nostro sistema sanitario, il primo pilastro su cui ricostruire è questo", dice Bonaccini sottolineando come il sistema abbia "retto" all'impatto dell'epidemia. Ora sul piatto c'è "quasi un miliardo di euro già programmati", ma la giunta andrà a caccia anche di "fondi europei e nazionali" che dovessero essere a disposizione. A questo proposito "Mes o non Mes non mi può fregare di meno, quei fondi bisognava prenderli ieri", torna a dire Bonaccini. Inoltre, "mi auguro nessuno metta mai più in discussione di dover privatizzare la sanita' di questa regione".

Turismo

“Spingeremo sulla leva della promozione, degli eventie della cultura- afferma Bonaccini-, per rimettere a valore l’attrattività dell’Emilia-Romagna”. Quindi strategie e misure per la ripresa di un turismo qualificato e sostenibile post Covid, l’Emilia-Romagna grande polo della creatività in Italia che possa puntare ancora di più sull’economia arancione (cultura e creatività) e il proprio patrimonio artistico e naturalistico, e capace di aprire la strada sullo sport, dai grandi appuntamenti nazionali e internazionali a quello di base, fondato su una rete territoriale di impiantistica rinnovata, con l’ambizione di far diventare la nostra regione la Sport Valley del Paese.

Digitale

Altri elementi fondanti del programma di mandato riguardano il digitale per superare divari e distanze territoriali e la sfida di una nuova agricoltura dove tecnologia e tradizione convivano per garantire sicurezza negli approvvigionamenti e qualità degli alimenti, insieme a reddito per le imprese e sostenibilità delle produzioni. Azione di rilancio della montagna ancor più accentuata, così come per le aree interne: la parola d’ordine sarà “prossimità”, per assicurare il pieno accesso ai servizi di tutti i cittadini.

Ricerca e internazionalizzazione

Un altro pilastro al centro del programma di Bonaccini è quello delle opportunità per riattivare il tessuto economico e sociale, partendo da una manifattura tra le più avanzate al mondo, il sostegno all’internazionalizzazione e all’attrattività di nuovi investimenti nel territorio regionale, la rete dell’alta tecnologia, gli investimenti per la Data Valley europea, con i Big Data e la capacità di supercalcolo al servizio di ogni settore (dalle imprese alla scuola, dalla mobilità alla riorganizzazione delle città, dalla salute alla lotta al cambiamento climatico) e, soprattutto, delle persone, per il miglioramento di ogni aspetto della vita quotidiana.

"Regionali il 20 settembre? Mi adeguo"

Bonaccini nei giorni scorsi si era espresso a favore della possibilità di fissare la data delle prossime elezioni regionali e comunali nella prima metà di settembre, così che la scuola potesse riaprire il prima possibile. Il fatto che in Parlamento le forze politiche paiano sempre più orientate verso la scelta di spostare il voto a non prima del 20 settembre, fa allargare le braccia: "Mi adeguo - spiega il governatore in Aula - ma non lo condivido". "Lo avevamo già detto nei giorni scorsi, secondo le Regioni si sarebbe dovuto votare prima della metà di settembre - sottolinea - non sarà così e questo, realisticamente, farà iniziare la scuola a fine settembre, speriamo non addirittura a ottobre".