Bonaccini, il ritratto: dal Pci a Bruxelles, ma ora in Regione è caccia al successore

La militanza giovanile e la carriera fino al doppio mandato da governatore Elezioni anticipate in Emilia-Romagna. Il centrodestra attacca: irresponsabile

Bologna, 21 aprile 2024 – Le origini orgogliosamente semplici e robuste. E poi il Pci e quel Dolce Enrico cantato da Venditti amato dai genitori. La politica, quindi, come la missione di un partigiano modenese. Gradino per gradino, sempre rispettoso dei riti e grato a quelle radici.

La storia di Stefano Bonaccini è tutta emiliana, il governatore uscente ha scelto di voler puntare l’Europa dopo aver calcato i campi di provincia e quelli della serie A istituzionale. Senza mai cambiare i tacchetti.

Stefano Bonaccini, 57 anni, lancia una palla  da baseball nel Ravennate
Stefano Bonaccini, 57 anni, lancia una palla da baseball nel Ravennate

Bonaccini è di Campogalliano, nel Modenese, classe 1967. Il padre era camionista, la madre operaia, entrambi innamorati di Berlinguer. Respira politica in culla e a 15 anni ha la tessera del Pci. "Sono orgoglioso di essere stato un comunista emiliano", dirà in un’intervista, rivelando poi di aver sorriso dopo la svolta della Bolognina. Dopo la maturità scientifica comincia giovanissimo a fare l’assessore, prima nel suo Comune, quindi a Modena dal 1999 al 2006. Diventa segretario provinciale e poi regionale del Pd, con l’ingresso nei palazzi di viale Aldo Moro nel 2010.

La corsa per la presidenza parte 10 anni fa, una stagione non semplice, Bonaccini passa dalle primarie e poi vince le Regionali con un’affluenza bassissima, c’era stato lo scandalo delle cosiddette ’spese pazze’ a minare la credibilità di tutto un sistema. Poi il lavoro certosino su tanti dossier, dalla Sanità ai Trasporti, e si arriva al 2020 con una popolarità ai picchi. Tanto che, pur giocando da solo per scelta, senza simbolo del Pd sui manifesti elettorale, ricaccia indietro l’offensiva della Lega e di Matteo Salvini, venendo riconfermato con un colpo di reni.

È un ‘pres ’, come lo chiamano i suoi collaboratori, che ha un look riconoscibilissimo e indici di gradimento nei sondaggi che superano quelli dei sindaci. In ambito nazionale, da fine 2015 ad aprile 2021 presiede anche la Conferenza delle Regioni. Poi il tentativo che è andato male, dopo aver stravinto nei circoli Bonaccini perde la segreteria nazionale dem nei gazebo dove possono votare tutti, anche chi non è il Pd. Al Nazareno va Elly Schlein, che fino a poco tempo prima era la sua vice in Regione.

Di qui la riflessione politica e la decisione, dopo essere stato eletto presidente nazionale del Pd, di battere la strada dell’Europarlamento. "Per me sono stati dieci anni importantissimi, alla guida di questa Regione, belli, faticosi, ma molto importanti – ha detto ieri il ‘pres’ nel videoannuncio della sua candidatura nel collegio del Nord-Est –. È a Bruxelles che si prendono e sempre più si dovranno prendere decisioni importanti. Non finisce nulla, è un nuovo inizio".

Bonaccini nel video ha anche tracciato la road map per arrivare al voto di successione. "In autunno, in transizione ordinata". Nei corridoi della Regione si vocifera la data del 24 novembre 2024. Si vedrà, ma difficilmente si andrà lontani da quelle due-tre domeniche. Tra i papabili per la corsa a governatore oggi c’è un pugno di nomi. Ma tanto può ancora cambiare. Restringendo bene il campo, sono sul tavolo al 21 aprile le ipotesi Michele De Pascale, sindaco di Ravenna, e Vincenzo Colla, attuale assessore regionale al Lavoro. In discesa, pare, sarebbe la suggestione che porterebbe a Graziano Delrio. In molti, nel partito, non si sentono di escludere oggi l’ipotesi delle primarie.

Bonaccini ha ricevuto un forte coro di incoraggiamento da parte dei colleghi Pd. "La sua esperienza decennale da presidente dell’Emilia-Romagna e il suo ruolo di presidente del Pd ne fanno una proposta molto forte per la battaglia che dobbiamo condurre e l’Europa che vogliamo costruire", ha detto Elly Schlein.

Di tutt’altro sapore le esternazioni del centrodestra. Il senatore Marco Lisei (FdI): "Bonaccini scappa in Europa e abbandona gli emiliano-romagnoli al loro destino". Il viceministro Galeazzo Bignami (FdI): "Bonaccini ha usato e strumentalizzato l’alluvione e adesso scappa da una barca che non affonda grazie al governo". "Si dimetta subito da governatore", il coro di FdI, d’accordo Matteo Rancan (Lega): "Un gesto irresponsabile, ora tocca a noi governare la Regione".