Elezioni Umbria, riflessi in Emilia Romagna. Ma il Pd non chiude al M5S

Il sottosegretario Puglisi: “Sta al Movimento riflettere se vuole fermare insieme a noi l'avanzata della Lega”. Di Maio: "Noi meglio fuori dai due poli". Bonaccini: "Sfida apertissima"

Elezioni Emilia Romagna, la Puglisi non chiude all'alleanza col M5S (Foto Imagoeconomica)

Elezioni Emilia Romagna, la Puglisi non chiude all'alleanza col M5S (Foto Imagoeconomica)

Bologna, 28 ottobre 2019 – Tu chiamale se vuoi, elezioni. I risultati delle regionali dell'Umbria hanno il potere di far tremare il Governo nazionale, fondato sull'alleanza tra Pd e M5S. E di condizionare gli schieramenti che il 26 gennaio 2020 si giocheranno la partita in Emilia Romagna. Un tonfo, quello della compagine giallorossa a Perugia, che tuttavia non sposta di un millimetro la questione, a sentire Francesca Puglisi. “In Emilia-Romagna, dove abbiamo un presidente che ha lavorato bene e una giunta che ha governato bene, le porte per il Movimento 5 Stelle debbono restare aperte”, sostiene il sottosegretario al Lavoro del Partito Democratico. “Sta al Movimento riflettere se vuole fermare insieme a noi l'avanzata della Lega oppure stare a guardare", conclude a margine di un incontro nella sede dell'Inps di Bologna.

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Agli antipodi il pensiero del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, l'ex grillino fondatore di Italia in Comune. Per il primo cittadino, “non c'è nessuna idea politica, nessuna strada comune, ma solo la paura di perdere alle urne” alla base del patto tra Democrat e pentastellati, “una ibrida alleanza” che “in Umbria ha perso, e male”. Distante ma non distinta la posizione di Luigi Di Maio, capo politico dei 5 Stelle, nonché ministro degli Esteri. D'accordo con l'ex compagno di partito solo per una eterogenesi dei fini. Domani pomeriggio incontrerà gli eletti di Emilia Romagna e Calabria in vista degli appuntamenti elettorali dell'anno prossimo. Annunciando l'evento in un'intervista a Skytg24, Di Maio spiega che "la terza via, il Movimento la può creare al di fuori dai due poli, non entrando nei due poli" perché "va meglio quando va da solo".

Quelle che per il centrosinistra sono acque agitate, per il centrodestra diventano canali navigabili. Matteo Salvini, leader della Lega, indica la rotta dopo il trionfo umbro: "In Emilia Romagna la partita è aperta, il Pd l'ha sempre considerata cosa sua e invece è di tutti, stiamo ragionando sullo stesso schema, quindi un candidato governatore bravo, in gamba, esperto come Lucia Borgonzoni". "Giovedì 14 novembre - prosegue - apriamo la campagna al PalaDozza a Bologna". Un entusiasmo condiviso dalla candidata alla presidenza della Regione, la Borgonzoni: “La Regione Umbria finalmente liberata dalle mani del Pd dopo tanti anni, ora avanti, anche in Emilia Romagna, con l'aiuto e il sostegno di tanti Emiliano Romagnoli, vogliamo eguagliare questa grande impresa”.

Sulla strada leghista c'è un ostacolo che ha un nome e un cognome: Stefano Bonaccini, il quale aspetta qualche ora prima di commentare il verdetto umbro. E lo fa sottolineando la differenza del contesto. “La sfida in Emilia Romagna era e resta apertissima - scrive in un lungo intervento su Facebook -, la vittoria della destra in Umbria è netta, ma quella era un'altra partita e io resto fiducioso”. Il governatore della Regione, ricandidato dal Partito Democratico, rincara la dose: “Sono convinto che si possa vincere, perché qui partiamo da una condizione molto diversa, sia per le cose fatte, ma soprattutto perché noi abbiamo un progetto per il futuro”.