Daniela Poggiali, la Cassazione annulla l'assoluzione. Appello bis

La decisione della prima sezione della Suprema Corte. Lei. "Sono serena della mia innocenza"

Daniela Poggiali

Daniela Poggiali

Ravenna, 20 luglio 2018 - La Cassazione ha annullato l'assoluzione per l'ex infermiera di Lugo Daniela Poggiali, accusata di omicidio volontario per la morte di una sua paziente, Rosa Calderoni, di 78 anni, tramite somministrazione di potassio. La prima sezione penale, presieduta da Antonella Mazzei, ha accolto il ricorso del procuratore generale di Bologna e delle partici civili e ordinato un Appello bis.

Per la morte della signora Calderoni, avvenuta nell'aprile 2014, Poggiali era stata condannata all'ergastolo dalla Corte d'Assise di Ravenna, che l'aveva ritenuta colpevole di avere iniettato una dose letale di potassio all'anziana. La Corte d'Assise d'Appello di Bologna, il 7 luglio dello scorso anno, aveva invece assolto la donna con la formula «perché il fatto non sussiste», dopo una perizia a lei favorevole.

Daniela Poggiali (foto Corelli)
Daniela Poggiali (foto Corelli)

Nell'udienza, celebrata martedì, la pg Mariella De Masellis aveva chiesto di accogliere il ricorso, ritenendo attendibile il metodo utilizzato per rilevare i livelli di potassio post mortem. Secondo De Masellis, l'infermiera agiva in modo «sconcertante»: è stata ritenuta colpevole, condannata in via definitiva a 4 anni e 4 mesi due settimane fa dalla Cassazione, di furti in reparto, non solo. Ci sono le foto «raccapriccianti» con una donna appena morta, inoltre «manipolava i degenti, somministrando farmaci a piacimento»: è una donna - l'ha definita la pg - «scaltra» e «senza pietas».

"Daniela Poggiali è molto serena come lo è chi si sente innocente e sa che la verità, sia pure faticosamente, emergerà prima o poi in modo definitivo. Leggeremo le motivazioni per prepararci all'appello bis con le medesime convinzioni che ci hanno accompagnato fino ad oggi", è il commento dall'avvocato Lorenzo Valgimigli. 

Soddisfazione e gratitudine: è la reazione opposta, riportata dall'avvocato Maria Grazia Russo, della figlia di Rosa Calderoni, la paziente dell'ospedale di Lugo morta nell'aprile 2014, per il «lavoro svolto dalle procure cui si aggiunge quello degli avvocati. Ovviamente attendiamo - ha proseguito il legale commentando la decisione della Cassazione - di leggere le motivazioni per comprendere quali siano i rilievi giuridici accolti e sui quali dovrà uniformarsi la nuova Corte di assise».

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