I 30 anni di Mistral: "Lo spirito di aiutare"

Dall’alluvione nel Polesine nel 1994 a quella del 2023, la peggiore: "Senza l’impegno dei volontari oggi racconteremmo una storia diversa"

I 30 anni di Mistral: "Lo spirito di aiutare"

I 30 anni di Mistral: "Lo spirito di aiutare"

"Tutti possiamo fare la differenza". In questa frase c’è l’essenza di Rc Mistral Protezione civile fondata a Ravenna il 24 aprile 1994, quindi ben trent’anni fa. Dei 12 soci fondatori, oggi ne sono rimasti quattro: il presidente Daniele Rotatori, "persona determinata in grado di tenere insieme un’associazione con più di 100 volontari", nominato Cavaliere della Repubblica, la segretaria generale Flavia Sansoni, la tesoriera Fulvia Sansoni e il consigliere Massimo Ponti. L’associazione nasce da un’intuizione di Fulvio Sansoni e di Rotatori, appassionati di tecnologia e dell’allora radio CB, che credevano nell’importanza di essere di aiuto. "Per chi come me è nata in questa famiglia – racconta Flavia Sansoni –, fare la volontaria da trent’anni è assolutamente normale. Ho avuto l’esempio di mio padre e di mia madre, Romana Cicognani, scomparsa due anni fa, che fino all’ultimo era solita venire al centro operativo per preparare la piadina o qualcosa per i ragazzi. Mi hanno trasmesso l’energia del fare per gli altri, anche ora che ogni tanto con l’età la fatica si fa sentire. È nel nostro dna, visto che anche mio nipote Simone Ponti è in associazione da quando aveva 16 anni e ora a 24 anni si è appena laureato in Protezione Civile al Politecnico di Ancona. A lui il prefetto di Ravenna ha augurato di diventare un ‘disaster manager’".

Flavia ci tiene a non far passare l’associazione come un ‘affare di famiglia’ perché, come ripete sempre, "senza l’impegno dei tanti volontari che si sono susseguiti negli anni nulla sarebbe stato possibile". Nel tempo Mistral si è evoluta come la Protezione civile, passando dal concetto del ‘fate presto’, che evocava il fiato corto con cui si arrivava alle emergenze senza neanche sapere cosa aspettarsi, a quello del ‘fate prima’, che evidenzia invece l’importanza della prevenzione. Un importante cambio di prospettiva. La prima emergenza affrontata è stata l’alluvione del Polesine nel 1994, l’ultima quella in Romagna nel 2023, la peggiore di tutte. Ieri come oggi i volontari si sono immersi nel fango, rientrando affaticati ma soddisfatti di aver aiutato numerose famiglie. "Anche se in tanti si sono lamentati – ricorda Sansoni – il capo della Protezione civile, il sindaco de Pascale, ha fatto un ottimo lavoro, perché il centro di Ravenna ha rischiato davvero di finire allagato come era già capitato nei secoli passati. Ricordo ancora la settimana passata a mantenere in sicurezza la centrale di via Canala per evitare che saltasse la corrente in tutta la città… Senza l’impegno di tanti volontari ora racconteremmo una storia diversa ancora".

E proprio per ribadire l’importanza di impegnarsi a livello individuale per ottenere insieme un grande risultato, Flavia racconta sempre al corso per nuovi volontari la storia africana del fringuello. La foresta va in fiamme e tutti scappano; un solo passerotto resta e trasporta con il becco un po’ di acqua. Il leone lo ferma e gli chiede che cosa pensa di fare. Il fringuello risponde: "La mia parte". Ecco, i volontari di Mistral continuano, con testardaggine, a dare una mano, convinti che si possa fare la differenza.

Roberta Bezzi