REDAZIONE RAVENNA

I frati e i modi di dire

Il detto "Me a stag cun i fré e a sap l'ört" identifica chi si appoggia a chi gli dà da mangiare, ma può anche canzonare chi è lento nei lavori. Si apostrofa chi impedisce di vedere dicendo "T'a n'si miga e fiöl d'un frê".

Il detto "Me a stag cun i fré e a sap l’ört" (Io sto con i frati e zappo l’orto) identifica chi si appoggia a chi gli dà da mangiare e pensa ai fatti suoi. In tempi perigliosi i muri degli orti dei frati rappresentavano una sicurezza e c’era sempre un posto alla tavola del convento. A meno che si avesse a che fare con frati come quelli di Porto: "I fré d’Pört, l’era mëzdè e i n’avéva incôra dèt la mèsa" (I frati di Porto, era mezzogiorno e non avevano ancora celebrato la messa). Con questo detto si canzonavano coloro che sono estremamente lenti nei loro lavori. Chi si mette davanti a qualcuno e gli impedisce di vedere, viene apostrofato così: "T’a n’si miga e fiöl d’un frê" (Non sei mica il figlio di un frate), cioè trasparente in quanto inesistente.